IERI OGGI & DOMANI

Fabrizio De Andrè - Volume I (1967)

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view post Posted on 30/8/2008, 11:44
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Amanuense

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Inizio allora con il commentare gli album di De Andrè, partendo dal primo.
Sono un neofita pressocchè assoluto.
Non ho mai ascoltato De Andrè, tranne un paio dei suoi album degli anni 90.

In linea di massima mi sembra che De Andrè sia andato sempre migliorando, a partire dagli anni 60 fino ai suoi ultimi dischi.
Cosa rarissima in un cantautore.
Di solito si peggiora e si scade sempre più.

Mi sembra che questo disco viene pubblicato dopo l'incisione di Tutto Fabrizio De Andrè, che era del 1966.
Album con la presenza di molti elementi religiosi, se penso a Preghiera di Gennaio, Marcia Nuziale, Spiritual, Si chiamava Gesù.
Ma, vi chiedo, qual'era il rapporto di Faber con la religione?
L'album è composto di canzoni brevi musicalmente comprese nello stile dei cantautori anni 60, mi sembra..

Ogni tanto, tempo permettendo, aprirò poi altri topic sugli altri album di De Andrè.
Ne ho già ascoltati altri due, ma intanto commentiamo questo.
In questo forum ci sono dei grandissimi esperti del cantautore genovese.
Ci sarà molto da leggere e da discutere. :strettamani:
 
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Paul the Templar
view post Posted on 30/8/2008, 11:57




La cronologia è esatta.
Volume I, pubblicato nel 1967, contiene:



01 - Preghiera in Gennaio (Testo e Musica di Fabrizio De André) .. .. .. .. .. .. .. .. ..3'28"
02 - Marcia Nuziale (Testo italiano Fabrizio De André - Testo e Musica di Georges Brassens) . . .3'10"
03 - Spiritual (Testo e Musica di Fabrizio De André) ..... . . . . . . . . . ..................................2'34"
04 - Si chiamava Gesù (Testo e Musica di Fabrizio De André) ..... . . . . . .......................3'09"
05 - Barbara (Testo e Musica di Fabrizio De André) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ... . . . . 2'17"
06 - Via del Campo(1) (Testo di Fabrizio De André - Musica di Enzo Jannacci) . . . . . . . 2'31"
07 - Caro amore/ La stagione del tuo amore (2) (Testo di Fabrizio De André - Musica di Joaquin Rodrigo) . . . . . . . .3'57"
08 - Bocca di rosa(1) (Testo e Musica di Fabrizio De André) . . . . . . . . . . . . . . . . . ... . . .3'05"
09 - La morte [Le verger du roi Louis] (Testo Fabrizio De André - Musica di Georges Brassens) . ... . 2'22"
10 - Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers
(Testo di Fabrizio De André e Paolo Villaggio - Musica di Fabrizio De André) . . . . . . . ... . . . .5'21"

In questo album è evidente il tributo di Faber a Brassens, testimoniato da Marcia nuziale e La morte, in cui faber utilizzò la musica del maestro francese.
Inutile commentare i vari brani, che sono il nocciolo della poetica di De Andrè; accanto ai capolavori conclamati, io segnalerei La stagione del tuo amore, che ha un testo lirico di straordinaria bellezza. Così come molto particolare è Carlo Martello,a lungo osteggiata dai ben pensanti per quel riferimento "alle avventure che finiscono sempre con grandi puttane"
Si Chiamava Gesù anticipa la visione lucida e atea di la buona novella; Gesù è un uomo, straordinario, ma pur sempre un uomo. Che morì in croce perchè insegnà al padreterno una nuova indulgenza.
Chiedi qual'era il rapporto tra Faber e la religione;inesistente.
Esiste l'uomo, anche straordinario, come Gesù, ma null'altro.
Molto conciso. :shifty:
 
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minuano
view post Posted on 30/8/2008, 12:29




benchè Ateo, De Andrè ha avuto sempre una profonda curiosità nei confronti della religione ("la buona novella" è liberamente ispirata ai vangeli apocrifi).

Nel pezzi che citi, noterai come si ferma a riflettere sulla figura umana di Gesù (il testo di "si chiamava Gesù" è esplicito) e su un approccio di ricerca (di Dio) al contrario: "dio del cielo... scendi dalle stelle e vienimi a cercare".

A parte l'aspetto reliioso di alcune canzoni, altro aspetto che emerge è l'ironia: Carlo Martello e Bocca di Rosa restano insuperate.

Poi c'è "via del Campo" che meglio di ogni altra canzone di Faber descrive quel mondo di diseredati che vivevano (oggi è diventato una grande Casbah come i genovesi potranno confermare) nell'angiporto di Genova.

Ritenuta "minore" nel repertorio di De Andrè "Barbara" personalmente la ritengo uno dei suoi capolavori assoluti
 
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view post Posted on 2/9/2008, 22:20
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Amanuense

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Grazie per i vostri contributi, cari Paul e Minuano.
Volevo riportare su questo topic perchè ci sono molti appassionati di De Andrè in questo forum che potrebbero commentare ancora questo album.
Nei prossimi giorni parlerò del'album successivo.
Capisco che facilmente i topic che apro a quest'ora vengono ripresi ma poi scompaiono presto dalle discussioni attive e non si ricordano più.
E' il bello e il brutto di questo frequentatissimo forum che registra molti messaggi ogni giorno.
Complimenti a tutti! :strettamani:
 
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view post Posted on 3/9/2008, 09:38
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ricordo una lunga e bella discussione su Faber e la religione (credo che il Camallo ne abbia conservato il testo e l'abbia anche pubblicata da qualche parte)

Ridico la mia: per Fabrizio la religione esiste ma è altro da sé (posizione nella quale mi riconosco molto); nel raccontare i suoi ultimi deve fare i conti con il fatto che alcuni di questi vivono una religione profonda o con questa si scontrano.
Ma Faber va oltre: in alcune situazoini pone addirittura il "potere religioso" in contrapposizione con quello istituzionale. Infatti le cornute di Bocca di Rosa si rivolgono al commissario, che manda i gendarmi, mentre il parroco del paesino successivo la volle accanto in processione.

La posizione evidenziata da Minù relativamente a Spiritual (che ho scoperto non chiamarsi "Dio del cielo" molti anni dopo averla ascoltata) è filosoficamnete molto "francese", IMHO, con l'uomo posto "al centro dell'universo" e del quale Dio è "solo" una componente
 
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view post Posted on 3/9/2008, 10:05
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CITAZIONE (condor57 @ 3/9/2008, 10:38)
ricordo una lunga e bella discussione su Faber e la religione (credo che il Camallo ne abbia conservato il testo e l'abbia anche pubblicata da qualche parte)

Ridico la mia: per Fabrizio la religione esiste ma è altro da sé (posizione nella quale mi riconosco molto); nel raccontare i suoi ultimi deve fare i conti con il fatto che alcuni di questi vivono una religione profonda o con questa si scontrano.

Se Faber ci avesse incontrato, in qualcuna delle nostre discussioni avrebbe scritto del Dio uomo: l'unico che lo interessasse davvero, credo, e mi riferisco ovviamente alle applicazioni della religione sull'esistenza degli uomini e sul loro sistema etico. Ai concessionari ufficiali del padreterno avrebbe riservato il classico ""sanno a memoria il Diritto Divino, ma dimenticano sempre il Perdono".
 
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view post Posted on 3/9/2008, 10:07
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Quest'idea del Gesù "umano" certo non era proprio sua ma mutuata da quello che all'epoca veniva in qualche modo definito "cattocomunismo". Il cristianesimo veniva inizialmente respinto, ma i messaggi degli uomini tutti uguali, dei "mercanti fuori dal tempio" e via di questo passo erano ovviamente comuni alla dottrina socialista in genere.
 
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Paul the Templar
view post Posted on 3/9/2008, 10:07




Preghiera in gennaio

Commossa dedica all'amico Tenco, morto suicida. Alcuni passi della canzone evidenziano il rapporto tormentato con la fede, con la religione, con la chiesa, evidenziato nel passo :

Quando attraverserà
l'ultimo vecchio ponte
ai suicidi dirà
baciandoli alla fronte
venite in Paradiso
là dove vado anch'io
perché non c'è l'inferno
nel mondo del buon Dio.


Se esiste un Dio, non è quello del vecchio testamento, ma è un Dio che non possiede un inferno punitivo e coercitivo.

Marcia Nuziale

E' Brassens a ispirare questa canzone,e faber rielabora alla sua maniera il testo, cercando la rima non ad effetto, ma badando a dare un'aria triste, malinconica alle "povere nozze", dopo un fidanzamento d'argento, immagine dolce e poetica del rapporto tra due peccatori, secondo la morale corrente.

Ed io non scorderò mai la sposa in pianto
cullava come un bimbo i suoi fiori di campo
ed io per consolarla, io con la gola tesa
suonavo la mia armonica come un organo da chiesa.

Mostrando i pugni nudi gli amici tutti quanti
gridarono "per Giove, le nozze vanno avanti"
per la gente bagnata, per gli dei dispettosi
le nozze vanno avanti, viva viva gli sposi.


Spiritual

C' è tutta la filosofia di Faber in questo brano;Dio, se vuole, sa dove trovare i suoi figli. O in campo di granoturco o altrove, i suoi figli sono sulla terra, dove amano, muiono, soffrono. Il dolore Dio lo dispensa a piene mani, allora perchè non donare in maniera altrettanto gratuita la gioia?

Dio del cielo se, mi vorrai amare
scendi dalle stelle e vienimi a cercare.

Dio del cielo io ti aspetterò
nel cielo e sulla terra io ti cercherò.



Si chiamava Gesù


Anche in questo testo si avverte il complesso rapporto di faber con la fede; Gesù è un uomo, eccezionale, che "aveva forse un pò troppe virtù" e che per questo paga con la vita la colpa di amare, e di saper indicare una via al perdono. Era figlio di Dio? Non ha importanza, perchè alla fine muore in croce, probabilmente per nulla, diventando bianco come un qualsiasi giglio.

Non intendo cantare la gloria
né invocare la grazia e il perdono
di chi penso non fu altri che un uomo
come Dio passato alla storia
ma inumano è pur sempre l'amore
di chi rantola senza rancore
perdonando con l'ultima voce
chi lo uccide fra le braccia di una croce.



Barbara

Straordinaria, dolcissima. Il testo è semplice, ma intenso.

E il vento di sera la invita
a sfogliare la sua margherita
per ogni amore che se ne va
lei lo sa
un altro petalo fiorirà
per Barbara.



La morte

Nella sua ultima intervista, De Andrè disse che aveva paura della morte;disse testualmente "mi lascerà il tempo di averne paura",simboleggiando,in tal modo, l'antico terrore che ogni uomo prova per la fine della sua esistenza.Il passo "Prelati, notabili e conti
sull'uscio piangeste ben forte chi ben condusse sua vita male sopporterà sua morte" sembra marcare la distanza con i poveri e gli umili anche di fronte alla vecchia con la falce. Ad aver paura di morire è principalmente chi ha vissuto in maniera gaudente, che era ricco e senza problemi. Per i poveri la morte sarà un sollievo, più che una triste rinuncia alla vita.

Guerrieri che in punto di lancia
dal suol d'Oriente alla Francia
di strage menaste gran vanto
e fra i nemici il lutto e il pianto

davanti all'estrema nemica
non serve coraggio o fatica
non serve colpirla nel cuore
perché la morte mai non muore.



Carlo Martello

Scritta con il fedele amico Paolo Villaggio, è un divertissement, in cui però la sferza si vede,eccome.L'ironia è presente in ogni singola strofa, assieme ad una venatura di pessimismo legata alla consapevolezza che i potenti sono dei cialtroni più dei semplici, come il gran re che mena strage di nemici e poi scappa per non pagare la giusta mercede ad una puttana.

Ciò detto agì da gran cialtrone
con balzo da leone
in sella si lanciò

frustando il cavallo come un ciuco
fra i glicini e il sambuco
il Re si dileguò

Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor

al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitor
 
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view post Posted on 3/9/2008, 10:26
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CITAZIONE (Spencer The Rover @ 3/9/2008, 11:07)
Quest'idea del Gesù "umano" certo non era proprio sua ma mutuata da quello che all'epoca veniva in qualche modo definito "cattocomunismo". Il cristianesimo veniva inizialmente respinto, ma i messaggi degli uomini tutti uguali, dei "mercanti fuori dal tempio" e via di questo passo erano ovviamente comuni alla dottrina socialista in genere.

"Il ponte tra socialismo e cristianesimo e cattolici è diventato possibile da quando i comunisti hanno falsificato Marx e i cattolici Cristo", scriveva più o meno così a metà del secolo scorso un sudamericano di cui non sono sicuro dell'identità (forse Gomez Da Vila), e ha un 'origine ben più lontaana degli anni settanta che abbiamo vissuto noi. Nel caso di De Andrè, non credo proprio che il cattocomunismo sia una ragione, piuttosto l'esito individuale dell'incrocio tra la sua formazione e la sua origine sociale, da un lato, e il caso dall'altro (quel centro storico, ai principi semplce luogo di sfrontata e godibile "perdizione" e poi fonte d'ispirazione, e la frequentazione degli anarchici, che per certi versi sono il manifesto dell'applicazione suicida dell'etica della libertà e della giustizia alla politica).
 
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view post Posted on 3/9/2008, 10:36
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CITAZIONE (WebMichi @ 3/9/2008, 11:26)
Nel caso di De Andrè, non credo proprio che il cattocomunismo sia una ragione, piuttosto l'esito individuale dell'incrocio tra la sua formazione e la sua origine sociale, da un lato, e il caso dall'altro (quel centro storico, ai principi semplce luogo di sfrontata e godibile "perdizione" e poi fonte d'ispirazione, e la frequentazione degli anarchici, che per certi versi sono il manifesto dell'applicazione suicida dell'etica della libertà e della giustizia alla politica).

Non intendevo attribuirlo direttamente a lui, quanto indicarlo come un modo di pensare molto più comune allora di oggi.
C'era un bel documentario ieri sera su History sul '68 ed il mondo cattolico, che rievocava l'occupazione della Cattolica a Milano e gli scontri con la polizia, l'esperienza dei preti operai, la storia dell'Isolotto a Firenze che non conoscevo.

Poi arrivò Don Giussani fino ai meeting dove si osanna Kriminal, ma allora era diverso.
 
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Paul the Templar
view post Posted on 3/9/2008, 10:50




CITAZIONE
Spencer
Quest'idea del Gesù "umano" certo non era proprio sua ma mutuata da quello che all'epoca veniva in qualche modo definito "cattocomunismo". Il cristianesimo veniva inizialmente respinto, ma i messaggi degli uomini tutti uguali, dei "mercanti fuori dal tempio" e via di questo passo erano ovviamente comuni alla dottrina socialista in genere.

Semplificando, il messaggio cristiano diventa per De Andrè un messaggio universale, che però non ha gli elementi tipici della religiosità, che in fondo portano comunque alla "dittatura" teologica dei potenti, che in questo caso sono le gerarchie delle varie confessioni, ma bensì è lo sbocco logico delle ambizioni umane.
Quando guarda al messaggio cristiano, De Andrè sottolinea quello che era un messaggio di libertà, di uguaglianza per quanto riguarda l'aspetto politico in esso connaturato, e guarda con indulgenza alle figure rappresentative della stessa. Gesù o Maria, figure prese di petto dai vangeli apocrifi proprio per simboleggiare il distacco dalla dottrina ufficiale, a privilegio tutto di una visione non teologica, ma umana, delle loro figure.
Maria è portata nel tempio dove è costretta a diventare madre di Gesù e moglie di Giuseppe per seguire il volere dei sacerdoti;in questo non c'è un miracolo, ma un ordine delle cose stabilito da altri.
Il termine cattocomunismo in realtà è un falso abbastanza chiaro; le due dottrine sono inconciliabili proprio per l'ateismo marxista, che non può essere compensato da una base comune teorica, come l'uguaglianza. la rivoluzione la si fa con le armi, laddove il cristianesimo propugna la liberazione delll'uomo non con le armi, ma con il perdono.
Il testamento di Tito è la summa del pensiero religioso di De Andrè; Gesù muore, e il ladrone capisce che il suo insegnamento non è nella parola di Dio, ma nel morire senza ancore, perdonando a chi gli ha fatto del male.
Nel marxismo non esiste la minima traccia di tutto questo,perchè è in antitesi con il pensiero stesso del cristianesimo
 
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view post Posted on 29/1/2009, 17:17
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Linotipista

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Questo risentito invece mi piace molto. Certo molto acerbo, certo un po' discontinuo, ma complessiavmente bello...
 
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11 replies since 30/8/2008, 11:44   108 views
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