CITAZIONE (minuano @ 7/6/2008, 10:36)
A fronte del post di Michi che oggi ha trovato noioso un disco storico come Blonde on Blonde ho provocatoriamente ripreso l'obiezione a suo tempo mossami riproponendo la questione sul se, per certi lavori ci si possa fermare a sensazioni soggettive del momento nel valutarli oggi (a distanza di 30 - 40 anni).
E a questo punto io insisto nel dire che se un disco uno oggi lo percepisce noioso il comunque riconosciuto valore storico lascia il tempo che trova.
E' il punto centrale della discussione.
Per me, la gran parte delle cose che OGGI ascolto e per le quali spendo sono il frutto di premesse della giovane o giovanissima età;in parte minore, non sono riconducibili logicamente a quelle, ma riflettono un mio modo particolare di affrontare praticamente tutto, quello di avere un interesse particolare per qualcosa e, partendo da quella, razzolare all'indietro fino a ricostruirne origini e sviluppi.
Proprio questa mia tendenza a razionalizzare e a ricostruire storicamente un fenomeno mi agevola nel riconoscere l'importanza di certi fenomeni rispetto ad altri. Beethoven, Miles Davis o i Beatles sono per me irrinunciabili, per quello che hanno significato allora e per lo straordinario valore che la loro musica continua ad avere generazione su generazione, perdendo soltanto gli aspetti di costume che sono inevitabilmente tipici del loro tempo e di quello soltanto. La stessa cosa, nella più piccola realtà italiana, è rappresentata da De Andrè che continua ad ispirare una produzione critica e letteraria, un seguito molto vasto, un'iconografia popolare.
Ovvero, fatte le debite proporzioni queste persone hanno rappresentato elementi d'importanza certa nel loro tempo e l'hanno travalicato, e non può esserci una generazione che rivendica come suo quel singolo personaggio, perchè la sua musica è di tutti: leggevo non so dove che al concerto di Paul Mc Cartney a Liverpool, pochi giorni fa, la metà dei presenti non aveva trent'anni.
Ci sono poi molti altri musicisti che hanno sfondato e segnato di sé decenni, e di cui nessuno, men che mai io, disconoscerà l'importanza ma che nella
percezione del singolo, a torto o a ragione, non vengono più recepiti
al di fuori del tempo : è il mio caso, con Dylan. Ho amato molti suoi dischi, li ho ancora, ma la molla non scatta più da tempo e ho pure un'idea del motivo: secondo me ha avuto il grande merito di apporre la sua firma ad un momento storico particolare utilizzando però cose che non erano sue, ma personalizzandole con le particolarità della sua figura e del suo modo di cantare (che, giudicato in sé, è di una povertà impressionante). Un esempio? mi fa ancora effetto ascoltare Woody Guthrie, che rappresenta ben più fedelmente la musica popolare bianca americana, non mi fa più effetto ascoltare lui.
Con questo io non nego ciò che
è stato, nè voglio in nessun modo decostruire a posteri la sua figura, mi limito semplicemente a dire che
ciò che per me non è e
ciò che non sarà.
Edited by WebMichi - 7/6/2008, 11:43