IERI OGGI & DOMANI

Parlando dell'interpretazione del naufragio della London Valour, forse il testo più criptico di De Andrè

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view post Posted on 29/5/2008, 11:01
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Talebano

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Non so se merita un topic apposito, ma stimolato dal ricordo delle lunghe sessioni dei tempi che furono con amici dedicate alla chirurgica analisi di un disco, per lo più cantautorale e anche dal fatto che, ad esempio, Ale68 non conosca assolutamente "Rimini", mi sono chiesto perchè non riprovarci qui su iod a rifare più o meno le stesse cose; d'altronde oggi la tecnologia ce lo consente alla grandissima permettendoci non solo di rifare tutto esattamente come allora, ma di gestire persino il tempo senza l'assillo dell'ora stabilita, come invece, un tempo eravamo costretti.

Partirei non da un album intero, troppo faticoso, ma da un singolo pezzo, faticosissimo anche questo, che rimane oscuro per moltissimi, direi per la quasi totalità di chi ci si accosta : "Parlando del naufragio della London Valour" di Fabrizio De Andrè e Massimo Bubola tratto dall'album "Rimini" di Faber 1978

Parlando del naufragio della London Valour
(De Andrè - Bubola)

I marinai foglie di coca digeriscono in coperta
Il capitano ha un amore al collo venuto apposta dall'Inghilterra
Il pasticciere di via Roma sta scendendo le scale
ogni dozzina di gradini trova una mano da pestare
ha una frusta giocattolo sotto l'abito da tè.

E la radio di bordo è una sfera di cristallo
dice che il vento si farà lupo, il mare si farà sciacallo
Il paralitico tiene in tasca un uccellino blu cobalto
ride con gli occhi al circo Togni quando l'acrobata sbaglia il salto.

E le ancore hanno perduto la scommessa e gli artigli
I marinai uova di gabbiano piovono sugli scogli
Il poeta metodista ha spine di rosa nelle zampe
per fare pace con gli applausi per sentirsi più distante
la sua stella si è oscurata da quando ha vinto la gara di sollevamento pesi.

E con uno schiocco di lingua parte il cavo dalla riva
ruba l'amore del capitano attorcigliandole la vita
il macellaio mani di seta si è dato un nome da battaglia
tiene fasciate dentro il frigo nove mascelle antiguerriglia
ha un grembiule antiproiettile fra il giornale e il gilè.

E il pasticciere e il poeta e il paralitico e la sua coperta
si ritrovano sul molo con sorrisi da cruciverba
a sorseggiarsi il capitano che si sparava negli occhi
e il pomeriggio a dimenticarlo con le sue pipe e i suoi scacchi
e si fiutarono compatti nei sottintesi e nelle azioni
contro ogni sorta di naufragi e di altre rivoluzioni
e il macellaio mani di seta distribuì le munizioni


Cercando in rete ho trovato due differenti interpretazioni, una riferita proprio alla tragedia avvenuta nel porto di genova, l'altra invece anticipa il fallimento del partito armato, cioè delle Brigate Rosse, come alternativa di potere in Italia.
Posto entrambe le interpretazioni eventualmente al vostro giudizio, io non ho ancora le idee chiare...

Interpretazione di Franco Senia, fiorentino, attivissimo sul newsgroup dedicato a De Andrè (it.fan.musica.de-andre), articolo preso dal suo blog.

Me lo sono chiesto tutto d'un tratto, E' stato come una sensazione, con in più fatto forte di una piccola nota di Romana che in “amico fragile” argomenta come vi si possa leggere una metafora della normalizzazione che si è avviata, alla fine degli anni settanta (siamo nel 1978), prendendo a pretesto il sequestro Moro.Allora mi sono detto che forse il naufragio della London Valour non parlava di una notizia di cronaca di una nave realmente naufragata in porto, bensì si provava a descrivere lo sbaragliamento dei gruppi armati. Il tutto visto come uno ... spettacolo. Forse....
Cosa , meglio di una nave, da usare come metafora per un movimento che ha attraversato un decennio? Come dire: “navigammo su fragili vascelli/per affrontare del mare la burrasca/ed avevamo gli occhi troppo belli ...
E poi la “London Valour” naufraga nel porto! Come se, in fondo, non fosse mai partita. Oppure, meglio e più probabilmente, naufraga quando oramai è quasi arrivata. Ce l'aveva quasi fatta!
E chi sono i “marinai foglie di coca” , in coperta, che subito dopo si trasformano in “marinai uova di gabbiano” a piovere sugli scogli? Un riferimento alla generazione più carcerata della storia d'Italia, per dirla con Erri de Luca? Una generazione destinata a passare dal “lottavano così come si gioca” alla consapevolezza della morte. Presi in mezzo fra lotta armata e droga! E chi è il capitano dall'amore al collo, rubatogli da un cavo? Lo stesso che trovò un sorriso sulla strada che porta a Trento, in “La domenica delle salme”? E perché il pasticciere di via Roma, che pesta una mano ogni dodici gradini (il partito comunista italiano, o chi per lui?) e il poeta paralitico che tiene in tasca un uccellino blu cobalto (che sembra uno solo, all'inizio, per poi diventare due persone), e ride quando l'acrobata sbaglia il salto ( i grilli parlanti di certa sinistra extra-parlamentare, o chi per loro?) si ritrovano sul molo (salvi!) con “sorrisi da cruciverba” a sorseggiarsi il capitano che soccombe (sparandosi negli occhi)? E decidono di dimenticarlo, il capitano, ormai compatti nel rifiutare ogni rivoluzione (che, per loro, non può finire altrimenti che in un naufragio).
E il “macellaio mani di seta”, che alla fine distribuisce le munizioni, chi altri è se non il generale Della Chiesa?
Il pasticciere, il poeta e il paralitico dell'ultima strofa si alleano al macellaio, con le sue mascelle anti-guerriglia, “contro ogni sorta di naufragi o di altre rivoluzioni”!


Interpretazione tratta da Trivigante.it è un blog originale, ironico ma che affronta anche argomenti "seri" .

La mattina del 9 aprile 1970 la London Valour, una nave costruita in Inghilterra nel 1956 come petroliera e poi riadattata come bulk carrier dieci anni dopo, attraccò a circa 1300 metri a sud della barriera frangiflutti del porto di Genova.
L'equipaggio era composto in gran parte da marinai filippini ("i marinai foglie di coca digeriscono in coperta"), dal comandante Edward Muir e dal radiotelegrafista Eric Hill, inglesi. A bordo era arrivata da poco la moglie del capitano ("il capitano ha un amore al collo venuto apposta dall'Inghilterra").
All'improvviso si abbattè sulla città una libecciata di enorme violenza, un fortunale con vento forza 7/8 e mare molto mosso ("e la radio di bordo è una sfera di cristallo / dice che il vento si farà lupo il mare si farà sciacallo"). Verso le 14.30, la nave iniziò a scarrocciare, cioè l'ancora non faceva più presa sul fondo ("e le ancore hanno perduto la scommessa e gli artigli"), e venne sbattuta dal vento contro gli scogli della diga frangiflutti.
Sul posto accorsero immediatamente i soccorsi, elicotteri e motovedette, oltre alla gente che osservava il disastro dal molo.
Alle 14.45 la nave si spezzò in due.
Fu allora che i soccorritori gettarono un doppio filo di nylon tendendolo tra la diga e il ponte della nave; si trattava di un cosiddetto va-e-vieni, sui fili di nylon scorreva una carrucola munita di imbragatura per permettere di trarre in salvo un naufrago alla volta. Questa soluzione si rivelò disastrosa: il filo di nylon, infatti, a causa dei movimenti della nave, si rilasciava per poi tendersi di botto, sbalzando così in aria i naufraghi imbragati sulla carrucola, alcuni dei quali finirono sfracellati sugli scogli ("i marinai uova di gabbiano piovono dagli scogli").
La stessa cosa successe alla moglie del capitano, che venne sbalzata dall'imbragatura e catapultata in mare davanti agli occhi di tutti ("e con uno schiocco di lingua parte il cavo dalla riva / ruba l'amore del capitano attorcigliandole la vita").
Il capitano, alla vista della morte della moglie, rifiutò i soccorsi, si slacciò il giubbotto di salvataggio e si gettò volontariamente in mare ("e il pasticciere e il poeta e il paralitico e la sua coperta / si ritrovano sul molo con sorrisi da cruciverba / a sorseggiarsi il capitano che si sparava negli occhi").
Morirono in venti.
La nave finì incagliata e semi-affondata, soltanto la parte superiore delle sovrastrutture sporgeva ancora dalla superficie. Circa un anno dopo, il relitto venne trascinato via da due rimorchiatori con lo scopo di farlo affondare nell'abisso delle Baleari ma lo scafo affondò a sole novanta miglia al largo di Genova, dove si trova tuttora.
Tutta Genova poté assistere de visu alla vicenda, De Andrè compreso, probabilmente.
Esistono molte fotografie del naufragio della London Valour, tra cui queste, ed esiste anche un filmato, breve, girato in super8 da un testimone sul molo di Genova.
Una parte della canzone, la struttura, è più o meno svelata, ora. Restano molti versi che alludono ad altro, il che è difficile da ricostruire, almeno per me. Non importa, non è sempre necessario capire anzi, forse non è proprio il caso di ricercare una spiegazione a tutti i costi. "Parlando del naufragio della London Valour" resta una bellissima canzone triste che ha le sue premesse in un fatto vero. Probabilmente, il senso sta nel fatto che ognuno la sua personale tragedia se la sfanga del tutto da solo. Nient'altro.
 
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Paul the Templar
view post Posted on 29/5/2008, 11:19




Per quanto mi riguarda,il testo è sicuramente ostico,ma si riferisce all'incidente della nave London Valour,una tragedia che colpi molto i genovesi,sopratutto perchè culminò con il suicidio del comndante.
Tuttavia le strofe finali fanno pensare che De Andrè abbia voluto mandare un messaggio trasversale,com'era,in fondo,sua abitudine.
Se si ascoltano in rapida successione Naufragio e Coda di lupo,sembrerebbe che il discorso verta sulla storia dell'Italia tra la fine degli anni sessanta e la metà degli anni settanta,con il suo carico di speranze e delusioni.
 
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view post Posted on 29/5/2008, 16:10
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Talebano

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CITAZIONE (Paul the Templar @ 29/5/2008, 12:19)
Se si ascoltano in rapida successione Naufragio e Coda di lupo,sembrerebbe che il discorso verta sulla storia dell'Italia tra la fine degli anni sessanta e la metà degli anni settanta,con il suo carico di speranze e delusioni.

Appunto solo che "coda di lupo" attraverso la metafora dell'iniziazione del pellirossa è falcimente intuibile e identificabile in ogni sua frase mentre sul naufragio della valour le interpretazioni sono davvero ostiche.
 
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2 replies since 29/5/2008, 11:01   741 views
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