CITAZIONE (mysterytour @ 30/4/2010, 11:47)
Sarebbe interessante sentire il parere del Sommo Melomane (Field Flower
Melomane ci sarà lei e 3/4 della palazzina sua...
Io credo che abbiamo scarseggiato nei libretti anche quando l'opera lirica era all'acme della popolarità.
Se prendiamo Verdi, il suo librettista più famoso, Francesco Maria Piave, non ha mai brillato per i versi composti.
Anche Illica e Giacosa, librettisti di Puccini, avevano alti e bassi.
Le pecche più grandi erano dovute alla ricerca dell'ampollosità nel linguaggio, ed è stato tipico per tutto l'800.
La traduzione di un Agnus Dei di Bizet rasenta, ad esempio la bestemmia:"
O dolce Agnello, che il Fallo Umano Detergi" (vedo
solo io il doppio senso?).
Oppure può Violetta in Traviata rispondere "Cessi al cortese invito" quando un "Cedèi al cortese invito" era metricamente valido?
Oppure, come citato nel mio articolo "Scherzi all'opera", troppi testi si prestano a doppi sensi con minimi cambiamenti, senza stravolgere minimamente la costruzione sintattica.
Io salvo pochissimi librettisti e libretti, e la maggior parte delle volte perchè calcavano altre opere classiche.
Il libretto dell'Otello è un gioiello ed è fedelissimo all'originale di Shakespeare.
Bello quello di Tosca, quello di Boheme. Nel primo ha "aiutato" Sardou, il secondo era cmq un romanzo dell'epoca, "Scènes de la vie de Bohème ".
Per ora mi interrompo: tengo 'a fatica'...
CITAZIONE (mysterytour @ 30/4/2010, 12:09)
Quello che intendevo sottolineare è che se è legittimo ispirarsi a qualcosa (al limite anche The Rocky Horror Picture Show ha dei rimandi...) trovo miope e pusillanime l'usanza odierna di tirare fuori sempre Divine Commedie, Promessi Sposi, Pinocchi, ovvero storie che già si sa (o si spera) in partenza che siano incriticabili perché vetuste e venuste.
Poi -ogni volta-
scappa fuori il giochino putrido dell'autore di turno che dichiara di "aver comunque attualizzato" di aver "tratto fuori gli elementi più adatti alla nostra società..."
No... non è pusillanime. E' solo un modo per "fregare il pubblico"
Parliamoci chiaro: tutti questi sedicenti
bellissimi musical dell'ultimo decennio sono musicalmente SCADENTI.
Uno su tutti: il megagalattico-super-successo "NotreDame de Paris".
Visto in primissima fila (per fortuna biglietto da 100€ regalato, altrimenti colcavolo che ci andavo!) al gran teatro.
Partono le prime 2 canzoni e mi stupisco: ritmate, molto strane per cocciante... Buon cast, ottimi ballerini, ottime scenografiee costumi.
Ma dopo le prime 2 cartucce sparate, ecco che cominciano a susseguirsi "Margherita " e "Se stiamo insieme ci sarà un perchè", col testo adattato... ed io che mi comincio a fare "Du' Cattedrali" così, per rimanere in tema con la prima canzone...
Ah, no, c'er un diversivo: la "Chanson Balladèe" (l'almanacco del giorno dopo, per intenderci), sotto la quale è stato messo un testo di quasimodo tipo "Voglio suonare le campane. Fatemele suonare! Fatemele suonare!)
Insomma, tutto bellissimo tranne la musica.
Allora di cosa stiamo parlando? Non di certo di un Musical.
E come si può pensare di arrivare ai livelli di Tommy degli Who, JCSS, Evita (e qui mi fermo con A. L. Weber perchè da Cats in poi scade nel commerciale) con Cocciante, i Pooh o chi per loro?
Aridateme Garinei e Giovannini: Commedie leggere, musiche spensierate e senza pretese, però godibili e ben realizzate.
Edited by Fiore de Campo - 30/4/2010, 12:34