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Fabrizio De Andrè - Creuza de ma' (1984)

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Il Camallo
view post Posted on 20/11/2004, 21:27 by: Il Camallo
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Nota Allego l'esordio della discussione "Un confronto da far tremare i polsi" con il quale, un mesetto fa, introducevo proprio il lavoro di Pagani:

Vent’anni dopo, il coraggio o l’incoscienza di toccare ciò che forse è perfetto, per riproporlo con la voglia, più probabilmente, di dire “Diamo a Faber quel che è di Faber, ma ridatemi quello che è mio!”, Mauro Pagani ripropone Creuza de Ma’, IL disco italiano del dopoguerra, nell’opinione di chi scrive, passato però alla storia solo con un nome in copertina, quello di De Andrè, inventore dei testi e del dialetto genovese come viatico per un mediterraneo infinito, e senza quello di Pagani, al quale si deve tutta la ricerca e l’elaborazione musicale che ha portato all’irripetibile lavoro.

E così, già dalle figure dei musicisti raccolte da Pagani per la partecipazione al disco, dove vanno segnalati Gavino Murgia al sax e ai fiati, l’ex cantante dei Tazenda Andrea Parodi, oppure Mouna Amari e Emil Zhrian lee voci soliste di "Sidun" (il dolore di una madre e di un padre per la morte di un figlio proposto, alternato, da una voce araba in lingua araba e da una voce israeliana in ebraico), si intuisce a chi doveva essere attribuita la fatica gigantesca delle origini, ben prima dell'ingresso in studio e dell'abbandono dell'idea di una lingua particolare (forse l'esperanto) per quelle musiche a favore della lingua di Sinàn Capudan Pascià..
A Mauro si deve il canto in tutti i brani, il bouzouki e l'oud, ed in una occasione il flauto ("A pittima"). La scaletta dei brani è la stessa "Creuza”, con qualche inserto non presente nell’opera originale: un introduzione solo voce e tastiere (Emil Zhrian), una "Cantigas de amigo" che doveva fare parte del Creuza originale e poi incisa nella colonna sonora del film "Sogno di una notte d'estate", curata da Pagani, come lo era stata la versione teatrale. Il brano si intitola "Quantas Sabedes", il testo è di Martin Codex, cantore galiziano del XIII secolo.
Le altre due aggiunte sono "Megu megun", già quasi completata all’epoca di Creuza ma poi pubblicata in “Nuvole” e il brano che chiude il disco ("Neutte").

Aspetto a dare un giudizio, probabilmente tra i più difficili della mia mia carriera di appassionato, chéFaber e la sua voce mi mancano da morire; ma l’ingiustizia patita da Pagani meritava, prima o poi, il riconoscimento.
Ne riparleremo.

Edited by WebMichi - 20/11/2004, 21:27

Attached Image: Creuza2004.jpeg

Creuza2004.jpeg

 
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