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Fabrizio De Andrè - Creuza de ma' (1984)

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Il Camallo
view post Posted on 24/9/2004, 16:16 by: Il Camallo
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Allora, per chi non lo sapesse (ma mi pare strano, molto strano, almeno tra di noi), il mio avatar rappresenta la copertina di Creuza de ma, appunto.
La traduzione mulattiera è forse l'unica possibile, ma non rende affatto l'idea di che cosa sia: la creuza de ma, da noi, è una stretta stradina con il fondo in mattoni, che solitamente corre tra due proprietà diverse, spesso confinanti nella parte opposta all'ingresso, che serve a muovere le barche dal mare alla secca.

Andrò controcorrente: il disco in sé è grandioso, come spesso mi è capitato di dire, il migliore del dopoguerra, per me, e come tutti i capolavori ha una storia un po' particolare, e non bellissima; ma, da buon conoscitore di Faber, devo riconoscere che non mi è mai andata giù l'ascrizione del disco al nome suo soltanto.
Anche perchè di suo, in questo capolavoro, c'è la parte testuale e il canto; il tessuto musicale è tutto di Mauro Pagani, che restò profondamente deluso dalla scelta di non vedersi condividere, per ragioni varie, la paternità a pieno titolo del disco.

E Fabrizio, ahimé, non era nuovo a queste cose, appoggiato dalla solidità e dalla vendibilità del suo nome, dal controllo della produzione e da un fratello manager particolarmente tosto(uno dei più conosciuti fiscalisti del nord Italia); analoghi problemi, anche se in misura minore, si ebbero con "L'indiano" e "Rimini"rispetto a Massimo Bubola. Insomma, pare che la scusa fosse: "Con due nomi vendiamo meno rispetto al nome di Faber soltanto, perchè si corre il rischio di farlo sembrare una produzione minore". Peut etre, ma Pagani non l'ha digerita ancora oggi, e non lo nasconde.

Sul capolavoro, aggiungo una curiosità: la scelta del genovese venne proposta da Fabrizio dopo che si erano studiate diverse altre alternative alla forma cantata da dare alla musica, appunto, preparata da Mauro Pagani. Si pensò allo spagnolo, al sardo, all'esperanto, e qualcuno sostiene addirittura ad una complessa operazione linguistica, degna di Eco, con un testo che mettesse insieme le parole e i fonemi di tutta l'area mediterranea.

Dieci, con tripla lode, doppia medaglia d'oro, e ovvia dignità di (ri)stampa.

 
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