IERI OGGI & DOMANI

Il CONTRABBASSO nel jazz

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view post Posted on 15/12/2008, 23:09
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Amanuense

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Dopo aver ascoltato l'album di Charles Mingus "Mingus Ah-Uhm, apro questo topic ad hoc.
Non pensavo esistesse un album così bello, col basso leader.
Non mi stancherei mai di ascoltarlo.
E' un disco del 1959, per cui ne ho parlato anche nel topic dedicato al jazz di quell'anno.
Io però conosco solo questo contrabassista e questo disco.
Lascio la parola agli esperti di jazz, che qui sono in molti. :strettamani:
 
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view post Posted on 16/12/2008, 08:24


Edicolante

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Pithecantropus erectus, The clown, Mingus,Mingus,Mingus,Mingus,Mingus, Oh Yeah, Let the children hear the music, Tha Black saint and the sinner lady, puoi continuare con questi, tutti di Mingus, e vedrai che ti diverti
 
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minuano
view post Posted on 16/12/2008, 12:01




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Piccola storia del contrabbasso nel jazz.
Come abbiamo visto nel topic sulla batteria nel jazz, agli albori lo strumento altro non fu che un assemblaggio dei vari piatti e timpani utilizzati singolarmente nelle bande.

Occorreva uno strumento che portando le linee di basso potesse sostituire la bandistica TUBA e si utilizzò il contrabbasso preso in prestito dalle orchestre di musica classica, suonato però con il pizzicato delle dita anziché con l’archetto.

Come la batteria anche il contrabbasso agli inizi venne adoperato in mera funzione di supporto alla scansione del beat (il contrabbassista suonava la “Tonica” dell’accordo.

Come la batteria (Kenny Clarke prima e Max Roach dopo) anche il contrabbasso con il be-bop abbandonò questa funzione ausiliaria per diventare strumento (anche solista) con pari dignità del piano e degli altri strumenti a fiato dotato di “voce” propria e capace di disegnare linee melodiche all’interno di un pezzo.

Il primo a farne tale utilizzo fu Oscar Pettiford che suonando nell’ochestra di Duke Ellington cominciò a guardare (come il Duke) al jazz in chiave eurocolta tant’è che introdusse nel jazz il violoncello.
Pettiford (che suonò con i grandi: COleman Hawkins, Dizzy Gillespie, Miles davis, T. Monk ecc.) costituisce un anello di congiunzione tra jazz pre bop e il be-bop (come si può constatare dal video).

Suggerisco “Montmartre blues” inciso al culmine della sua carriera (1959-1960) e poco prima della sua inaspettata morte
 
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minuano
view post Posted on 17/12/2008, 13:40




CITAZIONE (Frankie&Johnny @ 16/12/2008, 08:24)
Pithecantropus erectus, The clown, Mingus,Mingus,Mingus,Mingus,Mingus, Oh Yeah, Let the children hear the music, Tha Black saint and the sinner lady, puoi continuare con questi, tutti di Mingus, e vedrai che ti diverti

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Effettivamente è difficile trovare un disco di Mingus riuscito male. Per questo sono tutti buoni.
E allora piuttosto che parlare dei suoi lavori forse è bene parlare della sua personalità.

Come Oscar Pettiford militò e imparò moltissimo da Duke Ellington tanto da diventare contrabbassista preferito delle eminenze pre-bop (Armstrong, Hampton) e be-bop (Gillespie, Parker, Powell e Max Roach con il quale incise il fondamentale “live at the Bohemia”) e post-bop (Eric Dolphy sassofonista che ha sempre spinto in avanti il jazz v.video).

Mingus riteneva che fossero le anime dei morti ad ispirare il blues e forse per questo motivo i suoi lavori (“ah Hum” ad es.) sono un ponte tra il jazz suonato dai pionieri e il presente, tra le big band e il bop.
Mentalmente instabile e di salute precaria si trasferì in Messico nella speranza che unguenti e stregoni lo guarissero e alla sua morte le ceneri furono disperse nel Gange.



 
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view post Posted on 17/12/2008, 15:45


Edicolante

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CITAZIONE (minuano @ 17/12/2008, 13:40)
CITAZIONE (Frankie&Johnny @ 16/12/2008, 08:24)
Pithecantropus erectus, The clown, Mingus,Mingus,Mingus,Mingus,Mingus, Oh Yeah, Let the children hear the music, Tha Black saint and the sinner lady, puoi continuare con questi, tutti di Mingus, e vedrai che ti diverti

(IMG:http://static.rateyourmusic.com/album_images/42355.jpg)
Effettivamente è difficile trovare un disco di Mingus riuscito male. Per questo sono tutti buoni.
E allora piuttosto che parlare dei suoi lavori forse è bene parlare della sua personalità.

Come Oscar Pettiford militò e imparò moltissimo da Duke Ellington tanto da diventare contrabbassista preferito delle eminenze pre-bop (Armstrong, Hampton) e be-bop (Gillespie, Parker, Powell e Max Roach con il quale incise il fondamentale “live at the Bohemia”) e post-bop (Eric Dolphy sassofonista che ha sempre spinto in avanti il jazz v.video).

Mingus riteneva che fossero le anime dei morti ad ispirare il blues e forse per questo motivo i suoi lavori (“ah Hum” ad es.) sono un ponte tra il jazz suonato dai pionieri e il presente, tra le big band e il bop.
Mentalmente instabile e di salute precaria si trasferì in Messico nella speranza che unguenti e stregoni lo guarissero e alla sua morte le ceneri furono disperse nel Gange.
(FILE:https://www.youtube.com/v/SzqVXvwMHCU&hl=it&fs=1)

Aveva il morbo di Gehrig, quello che colpisce particolarmente gli atleti, soprattutto i calciatori.
 
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view post Posted on 17/12/2008, 18:44
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Amanuense

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Bene, allora se troverò qualcosa di Charles Mingus, allora so che è da prendere. :strettamani:
 
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minuano
view post Posted on 19/12/2008, 13:00




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Ray Brown
Diversi critici lo ritengono il più grande contrabbassista di sempre.
Dotato di un suono potente e tendente al blues modernizzò ulteriormente l’impiego del contrabbasso.

Ebbe la fortuna di arrivare ancora giovane in piena era be-bop e divenne il bassista preferito di Dizzy Gillespie, Charlie Parker e Bud Powell.

Fu bassista di sua moglie Ella Fitgerald e militò stabilmente nel trio di Oscar Peterson (nel video... che meravigliae non disdegnò l’uso del violoncello.

Segnalo il suo disco solo Bass Hit.
 
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minuano
view post Posted on 20/12/2008, 11:35




I CONTRABBASSISTI DI MILES DAVIS - 1
Cominciamo con Paul Chambers.
Ha rappresentato per il decennio a cavallo tra la metà degli anni 50 e la metà degli anni 60 la continuazione ideale della scuola inaugurata da Oscar Pettiford e sviluppata da Charles Mingus e Ray Brown.
Grande tecnica, eleganza, senso del blues, Paul Chambers è stato protagonista di tutti i dischi che contano di quel periodo (citiamo per tutti: Tenor Madness di Sonny Rollins - Brilliant Corners di Thelonious Monk – Giant Step di John Coltrane).

Con Philly Joe Jones e Red Garland ha costituito il trio stellare che ha accompagnato Miles Davis negli anni ’50 incidendo con lui album storici come “Round About Midnight – streamin – workin – relaxin – coockin.

Mr. P.C. (così lo aveva soprannominato John Coltrane in un suo brano) muore poco più che trentenne dopo una vita bruciata tra alcool e droga.
nel video il trio Winton Kelly, Chambers, Joe Jones con John Coltrane)


Edited by minuano - 20/12/2008, 14:53
 
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minuano
view post Posted on 22/12/2008, 13:18




I CONTRABBASSISTI DI MILES DAVIS - 2 - RON CARTER

RON CARTER
Se Paul Chambers è stato IL contrabbassista (con la C maiuscola) del quintetto di Miles Davis degli anni ’50, RON CARTER è stato IL contrabbassista (con la C maiuscola) dello stellare quintetto degli anni ’60 (Davis, Carter, Tony Williams, Jack Dejohnette, Wayne Shorter).

Soprannominato “l’ancora” per la grande capacità di mantenere stabilizzata la band attorno alle linee di contrabbasso, dopo l’esperienza Davis è stato uno dei contrabbassisti più ricercarcati fino ai giorni nostri ed ha partecipato ad incisioni cruciali per la storia del Jazz.

Nel video con il quintetto degli anni 60 di Davis


 
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view post Posted on 24/12/2008, 00:08
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Amanuense

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Per ricordare a Fulvio questo topic, che certamente non ha dimenticato.
Esiste anche un certo McBride, o si tratta di un contrabassista poco influente nel jazz?
L'ho visto in un video su You Tube con Herbie Hancock e Tony Williams.
 
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minuano
view post Posted on 24/12/2008, 13:18




Mc Bride non è affatto ininfluente. Ne parleremo più avanti

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I BASSISTI DI MILES DAVIS – 3 – DAVE HOLLAND
Appena ventenne suonava nei club di Londra. Una passa-parola arrivò all’orecchio di Miles Davis che gli telefonò dandogli tre giorni di tempo per volare a New York a sostituire Ron Carter (e scusate se è poco) nel quintetto stellare che annoverava Jack Dejohnette (al posto di Tony Williams), Wayne Shorter ed Harbie Hancock.

Incise “Filles de Kilimanjaro” e a seguire “In a Silent way” e “Bitches Brew”.

Come sideman da allora ha partecipato ad una enormità di incisioni con i grandi del jazz (Monk, Corea, Metheny, Abercrombie, Hancock ecc.) e come leader ha inciso lavori per solo contrabbasso il video dimostra di cosa è capace, per solo violoncello, per trio, quartetto e quintetto che si fanno apprezzare per la sua capacità compositiva (raffinate le partiture per le sezioni fiati) seconda solo a quella di Charlie Mingus (la compilation “RARUM” della ECM rende bene l’idea).

Un suo brano “conference of the birds” (contenuto nel suo omonimo album capolavoro del 1973, tutto in bilico tra avanguardia, free e jazz etnico grazie all’uso dei flauti e delle percussioni) è entrato tra gli standards del jazz.

 
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minuano
view post Posted on 27/12/2008, 12:33




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Charlie Haden

Dotato si suoni lunghi e capaci di sostenere da soli qualsiasi sound Charlie Haden è sicuramente il più grande contrabbassista vivente.

Nel suo curriculum risultano due autentici monumenti del free jazz: “the shape of jazz to come” e “free jazz” di Ornette Coleman.
Disintossicatosi dalla droga torna negli anni 70 con Keith Jarrett, prima in trio con Paul Motian poi nell’American quartet.

Con Carla Bley, Don Cherry e Gato Barbieri fonda la “Liberation Music Orchestra” (il brano dedicato a Che Guevara manifesta esplicitamente il suo jazz militante; recentemente con la rifondata LMO ha inciso “Not in our name” disco politico di critica verso l’operato di Gorge Bush).

Dal free jazz al post bop Charlie Haden ha attraversato 50 anni di jazz passando per jazz di matrice etnica (il trio con Egberto Gismonti e Jan Garbarek), l’hard bop (Hank Mobley, Joe Henderson, Kenny Baron) per approdare recentemente alla musica sudamericana e al folk USA.

Discorso a parte merita la sua collaborazione (e grande amicizia) con Pat Metheny dalla quale ha visto la luce lo splendido disco in duo acustico “Behyond the Missouri Sky).
 
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minuano
view post Posted on 30/12/2008, 22:43




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I bassisti di Miles Davis - Marcus Miller

Pluristrumentista è noto però per il suo virtuosismo al basso elettrico che suona applicando tutte le moderne tecniche a partire dallo “slap” (slap). Il genere che propone è un ibrido tra smooth jazz, R&B e funk.
E’ stato stretto collaboratore di Miles Davis negli album Tutu (pezzo che propone nel live "Love & More") e Music from Siesta.


 
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Antonia*
view post Posted on 30/12/2008, 23:11




CITAZIONE (minuano @ 27/12/2008, 12:33)
(IMG:http://assets.mog.com/amg/pop/cov200/drc80...c87865l258l.jpg)

Charlie Haden

Discorso a parte merita la sua collaborazione (e grande amicizia) con Pat Metheny dalla quale ha visto la luce lo splendido disco in duo acustico “Behyond the Missouri Sky).
(FILE:https://www.youtube.com/v/hi9r9TS78TE&hl=it&fs=1)

tra i più bei dischi di sempre, tra le più belle amicizie di sempre, tra le più belle persone di sempre
 
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view post Posted on 30/12/2008, 23:33
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Gutenberg

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CITAZIONE (elluas @ 24/12/2008, 00:08)
Esiste anche un certo McBride, o si tratta di un contrabassista poco influente nel jazz?
L'ho visto in un video su You Tube con Herbie Hancock e Tony Williams.

Christian McBride è uno dei migliori bassisti in attualmente in circolazione; suona stabilmente da diversi anni nel Pat Metheny Trio e collabora con molti altri musicisti, sia jazz che pop.

Ha un suo gruppo e ha inciso anche alcuni cd a suo nome, ma è più noto per le prestigiose collaborazioni. Oggi è probabilmente uno dei session man più rischiesti.

Suona sia il contrabbasso sia il basso elettrico, in modo energico e personale; è un tipo molto simpatico, un nero gigantesco che non sfigurerebbe in una squadra di football americano, sempre pronto alla risata (meno male, perchè se così non fosse, farebbe un po' paura....). L'ho visto dal vivo almeno un paio di volte con Pat Metheny e il suo lavoro sul palco non si dimentica facilmente.

QUI puoi trovare sue notizie.


Edited by minuano - 31/12/2008, 10:46
 
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32 replies since 15/12/2008, 23:09   1255 views
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