CITAZIONE (Michi2004 @ 14/10/2004, 09:54)
Da notare anche che a prima seduta di registrazione non fu documentata da immagini di alcun tipo, mentre in aprile, per la seconda seduta, sia Fred Plaut, ingegnere del suono, che Don Hunstein, fotografo ufficiale della Columbia, decisero di documentare quello che stava avvenendo in studio.
Curiosamente in nessuna delle foto compare Jimmy Cobb, il batterista che come detto introduce l'opera di Kahn (è l'unico rimasto in vita del sestetto)
Dettagli che rendono bene l'idea della leggenda costruita attorno a "Kind of Blue".
Per i davisiani (ancorche' problematici) come me, ma credo anche per qualunque appassionato di musica del '900, il libro di Kahn e' una manna dal cielo, una miniera di informazioni da centellinare dall'inizio alla fine.
Ma, per quel che mi riguarda, il prezzo del libro e l'imperitura gratitudine per l'autore sarebbero giustificate anche solo dalla pubblicazione di una delle foto di cui parlava Michi, quella del leggìo di Cannonball Adderley, che rende giustizia ad una delle grandi leggende del jazz, una volta tanto per confermarla.
Trattasi delle (leggendarie, appunto) striscioline di pentagramma che Davis avrebbe distribuito ad ogni musicista, contenenti le scale su cui improvvisare.
Non e' mancato chi ha dubitato, a fronte della perfezione del risultato (per di piu', conseguita prevalentemente al primo take completato), che fosse quello l'unico supporto.
Ebbene, sul leggìo di Adderley, tra i pacchetti di sigarette, di analgesico e di dolcificante (Cannonball era diabetico), e le bustine di ance e di fiammiferi, spunta proprio la strisciolina famosa, per di piu' relativa al pezzo che i piu' considerano il capolavoro nel capolavoro: "Flamenco Sketches".
Dunque, era vero.
Semmai, la foto potrebbe riaprire il discorso sul ruolo di Bill Evans, visto che la strisciolina con le scale parrebbe essere di mano sua.
E' noto che Davis ed Evans si incontravano la sera prima delle incisioni; cosa si dicessero non si sa, e c'e' chi dice che (a prescindere da chi abbia materialmente scritto le scale: Davis potrebbe benissimo aver dettato a Evans) la parte di Evans nel concepire le sedute non fosse inferiore a quella del suo capo.
Da notare anche che le (illuminanti) note di copertina di KoB furono affidate proprio a lui, non a Davis.
Evans, che era un signore, non ha mai gettato benzina sul fuoco, ma non ha neppure smentito, e qualcosina ha fatto intendere.
E' un problema che si ripropone per quasi tutte le diverse, geniali "reicarnazioni" di Davis, per 40 anni al comando del gruppo via via piu' avanzato del jazz del momento, ma sempre "affiancato" da personaggi che sembravano essere i veri ideatori di quel che via via si andava creando: quanto all'improvvisazione modale, ad esempio, e' stato lo stesso Miles (citato da Michi piu' sopra) a ricordare che fu Gil Evans (da non confondere con Bill, per i neofiti) a proporgliela per la prima volta.
Ed e' un problema che io non manco mai di rievocare (l'ho gia' fatto in altri topic), non certo per smiunuire Miles (che al contrario venero, e il cui nome - anche questo lo dico sempre - campeggia sui dischi che statisticamente ascolto piu' di tutti gli altri), ma per sottolineare la complessita' del suo contributo artistico, innegabile al massimo livello, ma difficile da definire.
"Maieutico"? "Catalizzatore"?
Un genio, comunque.
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Una curiosita': entrambi gli autori delle foto di KoB avevano un secondo fine.
Fred Plaut (che tra parentesi era un genio del suono, affermatosi a Berlino nel campo della classica e poi riparato in America dal Nazismo; il Rudy Van Gelder della Columbia) fotografava per hobby, ma anche per ricordare l'esatta posizione dei microfoni (da questo punto di vista, stupisce la mancanza di foto di Jimmy Cobb, visto che la batteria e' forse lo strumento piu' difficile da "micorofonare": ne so qualcosa io, mancino, che in sala d'incisione dovevo sempre farla "girare", tra le imprecazioni dei fonici).
Don Hunstein, incaricato della Columbia, fotografava per ricavare eventuale materiale pubblicitario o per le copertine, ma anche per documentare chi avesse partecipato esattamente alle sedute.
All'epoca, infatti, erano piuttosto frequenti le sostituzioni occulte di musicisti, vuoi per nascondere improvvise defaillances (malesseri "sospetti" da siringa, o altri incarichi piu' redditizi accettati all'ultimo minuto), vuoi per pagare debiti o aggirare posizioni retributive o contributive "poco chiare" (anzi "nere").
In pratica, alla fine della seduta, chi aveva suonato firmava il bordero' col nome di un altro, al quale andavano il compenso, i contributi, ecc.; e il tutto era ancor piu' complicato quando per la stessa seduta erano ingaggiati, anche in chiaro, due strumentisti, da impiegare solo in alcuni brani (ancor oggi continuano le sorprese e le incertezze).
La casa discografica tendenzialmente chiudeva un occhio, ma gradiva avere un riscontro fotografico "parallelo" per sapere veramente chi c'era e chi no.
Ovviamente, questo succedeva soprattutto con i session-men meno noti: con un supergruppo di all-stars come quello di Kind of Blue, il problema in realta' non si sarebbe posto...
Ulteriore chicca: lo studio Columbia di NY in cui fu inciso KoB era lo stesso in cui Glenn Gould aveva registrato (quattro anni prima) le sue prime, folgoranti "Variazioni Goldberg" di Bach: il fatto che l'abbiano abbattuto
mi sembra un delitto inqualificabile.
Spero che per Abbey Road a Londra (EMI: da Furtwangler ai Beatles, per dirne solo un paio) non si ponga mai il problema...
Edited by el aleph - 5/6/2005, 09:56