IERI OGGI & DOMANI

Kind of Blue, un segnalibro del '900.

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 6/10/2004, 16:06
Avatar

founder

Group:
Eternauta fondatore
Posts:
40,610
Location:
Genova

Status:


Su qualsiasi libro di storia del jazz arriverete prima o poi a sbattere il naso dentro “Kind of Blue” di Miles Davis, un disco del 1959 che viene considerato unanimente indispensabile non solo alla musica nera, ma addirittura alla musica del novecento nel suo insieme. Il “Penguin Book of the jazz”, ad esempio, assegnava la “corona” come fregio a distinguere i dischi che avevano fatto il genere, e non se contavano più di una quindicina.
KOB era fra questi, introdotto da una nota del critico che lo indicava non solo come “il disco forse più bello della musica jazz” ma come "un’opera da considerare indispensabile per qualsiasi amante della musica”.

I musicisti della band erano, oltre a Miles, John Coltrane e Julian “Cannonball” Adderley ai sassofoni, Bill Evans al piano (fatta eccezione per un brano suonato da Winton Kelly), Paul Chambers al basso e Jimmy Cobb alla batteria.

Proprio quest’ultimo, l’unico ancora in vita di quella irripetibile incisione, parla a prefazione del libro di Ashley Kahn pubblicato lo scorso anno sulla storia di Kind of Blue, libro che ha avuto un grande successo di diffusione e che contiene alcune “perle” utili alla lettura dell’evento nel suo insieme.
Inciso in due giorni (il 12 marzo e il 22 aprile 1959), composto da brani che la band mai aveva suonato prima di allora (ma qualcuno contesta l’affermazione, pur non essendoci prove tangibili al riguardo), per lungo tempo ricordato semplicemente come il capolavoro del cosiddetto Jazz “Modale”, riusciamo a ricostruirne il pathos della creazione artistica nelle pagine e in oltre cento immagini, appunti presi durante le registrazioni, fotografie dei concerti, spartiti annotati a penna.

Io l’ho già comprato tre volte, o meglio due più il Dvd della Columbia sulla biografia di Miles che lo comprende in allegato; e ricorderò fino a che campo il mio pellegrinaggio, una sera di primavera del 1994, fino alla trentesima strada di Manhattan, dove speravo, e così non fu, di trovare tracce del luogo in cui venne effettuata l’incisione, straordinaria anche oltre le aspettative dei musicist stessi, che più di una volta espressero l’orgoglio e lo stupore provati quando si resero conto dell’impatto dell’opera nel mondo, e Bill Evans si trovò a dire “Durante quelle registrazioni stavamo bene, ma non avevo la minima idea - credo che nessuno di noi l’avesse - che ciò che stavamo facendo sarebbe sopravvissuto così a lungo.”

Edited by Michi2004 - 6/10/2004, 17:13
 
Top
Nick the Toll
view post Posted on 6/10/2004, 21:06




Il mio primo post in questo forum (dopo la doverosa "presentascion") non poteva che essere in questo topic. Non per aggiungere molto a ciò che dice Michi: solo per condividere al mille per cento!

Forse è vero quello che sostengono in molti: in quei due giorni i musicisti erano tutti in stato di grazia. E per suonare quel tipo di jazz lo stato di grazia è in un certo senso la conditio sine qua non. Ci sono alcuni momenti assolutamente straordinari, e in cima a tutti metto il solo di John Coltrane al sax tenore in "Flamenco Sketches", espressivo ed intenso come non mai: talmente unico che nemmeno lo stesso Coltrane, nell'alternate take dello stesso pezzo incluso nel CD, è riuscito ad eguagliarsi.
Se devo essere sincero, io non ho mai pensato più di tanto al fatto che i pezzi fossero pressoché tutti improvvisati: mi accontento di mettere su il disco e godermelo tutte le volte che posso. E magari mmi permetto anche qualche piccola chicca: "So what", il brano d'apertura dell'album, è anche la suoneria del mio cellulare...
 
Top
minuano
view post Posted on 7/10/2004, 12:35




Fu il manifesto del jazz modale;
Davis rivoluziona i canoni del blues che fondavano l'improvvisazione sul c.d. centro tonale e intuisce che nel jazz l'improvvisazione può basarsi sulla relazione scale\accordi.

Il risultato è il capolavoro di cui stiamo parlando.

Davis fu accusato di aver tradito la causa dei neri dando vita a quel jazz che a differenza del blues e poi del bop non era arrabbiato e veloce bensì avvolgente e relaxin.

E combinò vari danni !
Il cool bianco (di cui Davis fu, benchè nero, massimo esponente) innanzitutto e poi l'hard bop che fu la riapprozione dei neri della matrice afro del jazz.

Fu la prima delle rivoluzioni di mr. Davis; dopo 10 anni da KoB (passando per il quintetto 65-69, germe della "fusion") inciderà "Bitches brew" e aprirà le porte al jazz elettrico.
 
Top
view post Posted on 7/10/2004, 18:57
Avatar

founder

Group:
Eternauta fondatore
Posts:
40,610
Location:
Genova

Status:


CITAZIONE (minuano @ 7/10/2004, 13:35)
Fu il manifesto del jazz modale;
Davis rivoluziona i canoni del blues che fondavano l'improvvisazione sul c.d. centro tonale e intuisce che nel jazz l'improvvisazione può basarsi sulla relazione scale\accordi.

Il risultato è il capolavoro di cui stiamo parlando....

L'affermazione di Minuano sul modale mi ha fatto ripescare il libro (ah, a proposito, Ashley Kahn, Kind Of Blue, Il Saggiatore / 2003 / € 29.00), una rapida consultazione e ripropongo le parole di Miles al riguardo:

"«Quando Gil [Evans] fece l'arrangiamento di Loves You, Porgy [1958] mi mise davanti soltanto una scala. Niente accordi. In questo modo hai più libertà e una maggiore possibilità di sentire qualcosa di diverso. Quando prendi quella strada puoi andare avanti all'infinito. Non devi più preoccuparti del cambio degli accordi e puoi lavorare in modo più sciolto con la linea [melodica]. È una specie di sfida, per vedere quanto riesci a inventare su una melodia. Quando basi tutto sugli accordi, sai che dopo trentadue battute la successione armonica finisce e non ti resta altro che suonare di nuovo, con qualche variazione, quello che hai appena fatto".

Aggiungo che quando ho parlato dell'impatto di quest'opera straordinaria rispetto a tutto il novecento, pesco un po' più vicino alle frequentazioni di molti di noi e cito Duane Allmann, che nel lontano 1969 dichiarava: " Il mio modo di fare gli assoli è influenzato da Miles e Coltrane, e in particolare da Kind of Blue. L'ho ascoltato così tante volte che negli ultimi due anni mi è sembrato di non aver sentito altro".
 
Top
view post Posted on 13/10/2004, 16:18
Avatar

founder

Group:
Eternauta fondatore
Posts:
40,610
Location:
Genova

Status:


La copertina originale del disco, registrato a New York, negli studi Columbia, il 12 marzo e il 22 aprile 1959

Attached Image: kindofbluecd6.jpg

kindofbluecd6.jpg

 
Top
view post Posted on 13/10/2004, 16:22


Edicolante

Group:
Eternauta
Posts:
16,130
Location:
Coop City

Status:


Che, come dicono le liner notes del cd, era registrato, per un errore nella fase finale del missaggio a velocità leggermente accelerata, le cose sono state rimesse a posto solo con le riedizioni in CD
 
Top
view post Posted on 14/10/2004, 08:54
Avatar

founder

Group:
Eternauta fondatore
Posts:
40,610
Location:
Genova

Status:


CITAZIONE (Frankie&Johnny @ 13/10/2004, 17:22)
Che, come dicono le liner notes del cd, era registrato, per un errore nella fase finale del missaggio a velocità leggermente accelerata, le cose sono state rimesse a posto solo con le riedizioni in CD

Verissimo, questa anomalia resistette fino al 1992, e la correzione della velocità dei brani provenienti dalla prima seduta di registrazione ovviò la problema che rendeva la musica crescente di un quarto di tono (questa la precisazione di Kahn).

Da notare anche che a prima seduta di registrazione non fu documentata da immagini di alcun tipo, mentre in aprile, per la seconda seduta, sia Fred Plaut, ingegnere del suono, che Don Hunstein, fotografo ufficiale della Columbia, decisero di documentare quello che stava avvenendo in studio.
Curiosamente in nessuna delle foto compare Jimmy Cobb, il batterista che come detto introduce l'opera di Kahn (è l'unico rimasto in vita del sestetto)
Dettagli che rendono bene l'idea della leggenda costruita attorno a "Kind of Blue".
 
Top
el aleph
view post Posted on 2/6/2005, 10:57




CITAZIONE (Michi2004 @ 14/10/2004, 09:54)

Da notare anche che a prima seduta di registrazione non fu documentata da immagini di alcun tipo, mentre in aprile, per la seconda seduta, sia Fred Plaut, ingegnere del suono, che Don Hunstein, fotografo ufficiale della Columbia, decisero di documentare quello che stava avvenendo in studio.
Curiosamente in nessuna delle foto compare Jimmy Cobb, il batterista che come detto introduce  l'opera di Kahn (è l'unico rimasto in vita del sestetto)
Dettagli che rendono bene l'idea della leggenda costruita attorno a "Kind of Blue".

Per i davisiani (ancorche' problematici) come me, ma credo anche per qualunque appassionato di musica del '900, il libro di Kahn e' una manna dal cielo, una miniera di informazioni da centellinare dall'inizio alla fine.
Ma, per quel che mi riguarda, il prezzo del libro e l'imperitura gratitudine per l'autore sarebbero giustificate anche solo dalla pubblicazione di una delle foto di cui parlava Michi, quella del leggìo di Cannonball Adderley, che rende giustizia ad una delle grandi leggende del jazz, una volta tanto per confermarla.
Trattasi delle (leggendarie, appunto) striscioline di pentagramma che Davis avrebbe distribuito ad ogni musicista, contenenti le scale su cui improvvisare.
Non e' mancato chi ha dubitato, a fronte della perfezione del risultato (per di piu', conseguita prevalentemente al primo take completato), che fosse quello l'unico supporto.
Ebbene, sul leggìo di Adderley, tra i pacchetti di sigarette, di analgesico e di dolcificante (Cannonball era diabetico), e le bustine di ance e di fiammiferi, spunta proprio la strisciolina famosa, per di piu' relativa al pezzo che i piu' considerano il capolavoro nel capolavoro: "Flamenco Sketches".
Dunque, era vero.
Semmai, la foto potrebbe riaprire il discorso sul ruolo di Bill Evans, visto che la strisciolina con le scale parrebbe essere di mano sua.
E' noto che Davis ed Evans si incontravano la sera prima delle incisioni; cosa si dicessero non si sa, e c'e' chi dice che (a prescindere da chi abbia materialmente scritto le scale: Davis potrebbe benissimo aver dettato a Evans) la parte di Evans nel concepire le sedute non fosse inferiore a quella del suo capo.
Da notare anche che le (illuminanti) note di copertina di KoB furono affidate proprio a lui, non a Davis.
Evans, che era un signore, non ha mai gettato benzina sul fuoco, ma non ha neppure smentito, e qualcosina ha fatto intendere.
E' un problema che si ripropone per quasi tutte le diverse, geniali "reicarnazioni" di Davis, per 40 anni al comando del gruppo via via piu' avanzato del jazz del momento, ma sempre "affiancato" da personaggi che sembravano essere i veri ideatori di quel che via via si andava creando: quanto all'improvvisazione modale, ad esempio, e' stato lo stesso Miles (citato da Michi piu' sopra) a ricordare che fu Gil Evans (da non confondere con Bill, per i neofiti) a proporgliela per la prima volta.
Ed e' un problema che io non manco mai di rievocare (l'ho gia' fatto in altri topic), non certo per smiunuire Miles (che al contrario venero, e il cui nome - anche questo lo dico sempre - campeggia sui dischi che statisticamente ascolto piu' di tutti gli altri), ma per sottolineare la complessita' del suo contributo artistico, innegabile al massimo livello, ma difficile da definire.
"Maieutico"? "Catalizzatore"?
Un genio, comunque.

****

Una curiosita': entrambi gli autori delle foto di KoB avevano un secondo fine.
Fred Plaut (che tra parentesi era un genio del suono, affermatosi a Berlino nel campo della classica e poi riparato in America dal Nazismo; il Rudy Van Gelder della Columbia) fotografava per hobby, ma anche per ricordare l'esatta posizione dei microfoni (da questo punto di vista, stupisce la mancanza di foto di Jimmy Cobb, visto che la batteria e' forse lo strumento piu' difficile da "micorofonare": ne so qualcosa io, mancino, che in sala d'incisione dovevo sempre farla "girare", tra le imprecazioni dei fonici).
Don Hunstein, incaricato della Columbia, fotografava per ricavare eventuale materiale pubblicitario o per le copertine, ma anche per documentare chi avesse partecipato esattamente alle sedute.
All'epoca, infatti, erano piuttosto frequenti le sostituzioni occulte di musicisti, vuoi per nascondere improvvise defaillances (malesseri "sospetti" da siringa, o altri incarichi piu' redditizi accettati all'ultimo minuto), vuoi per pagare debiti o aggirare posizioni retributive o contributive "poco chiare" (anzi "nere").
In pratica, alla fine della seduta, chi aveva suonato firmava il bordero' col nome di un altro, al quale andavano il compenso, i contributi, ecc.; e il tutto era ancor piu' complicato quando per la stessa seduta erano ingaggiati, anche in chiaro, due strumentisti, da impiegare solo in alcuni brani (ancor oggi continuano le sorprese e le incertezze).
La casa discografica tendenzialmente chiudeva un occhio, ma gradiva avere un riscontro fotografico "parallelo" per sapere veramente chi c'era e chi no.
Ovviamente, questo succedeva soprattutto con i session-men meno noti: con un supergruppo di all-stars come quello di Kind of Blue, il problema in realta' non si sarebbe posto...


Ulteriore chicca: lo studio Columbia di NY in cui fu inciso KoB era lo stesso in cui Glenn Gould aveva registrato (quattro anni prima) le sue prime, folgoranti "Variazioni Goldberg" di Bach: il fatto che l'abbiano abbattuto
mi sembra un delitto inqualificabile.
Spero che per Abbey Road a Londra (EMI: da Furtwangler ai Beatles, per dirne solo un paio) non si ponga mai il problema...

Edited by el aleph - 5/6/2005, 09:56
 
Top
Nick the Toll
view post Posted on 2/6/2005, 11:30




Il libro di Ashley Kahn mi è stato regalato da mio figlio in occasione dell'ultima festa del papà ("Kind of Blue" è l'unico dei miei dischi che lui ha accolto nel suo I-Pod, prendendo tutti gli altri a male parole a vario titolo). Ovviamente l'ho divorato, poi letto e riletto una quantità imprecisata di volte. La famosa foto citata da Antonio, quella del leggio di Cannonball Adderley con le scale di "Flamenco Sketches", dà effettivamente l'idea di come venne concepito tutto il disco: a quella gente bastavano poche scale per tirar fuori dei capolavori.

A me a fatto particolare impressione il video di "So what" che circola in rete, registrato poco tempo dopo il disco e citato dallo stesso Kahn nel libro (con il fotogramma iniziale in cui si vede Miles in primo piano e Paul Chambers sullo sfondo: ovviamente è quest'ultimo che io osservo con maggiore attenzione). In quella esecuzione non compare Adderley, che aveva lasciato il gruppo, e c'è Winton Kelly al piano al posto di Bill Evans: nel finale, la sezione di tromboni dell'orchestra di Gil Evans fa da tappeto all'ennesimo solo di Miles. E' lo stesso pezzo di apertura del disco, ma ha un groove diverso: leggermente più veloce, ma soprattutto più "presente", a tratti più brillante. A parte l'ennesima dimostrazione di bravura di tutto il gruppo, ho rivalutato Winton Kelly, il cui stile è agli antipodi rispetto a quello di Bill Evans, ma che nel contesto di quel gruppo e di quel pezzo riesce a dare all'insieme un tocco di vivacità e di brio: il suo assolo, in particolare, ha un calore quasi latino...
 
Top
el aleph
view post Posted on 2/6/2005, 19:04




CITAZIONE (Nick the Toll @ 2/6/2005, 12:30)
Il libro di Ashley Kahn mi è stato regalato da mio figlio in occasione dell'ultima festa del papà

A me a fatto particolare impressione il video di "So what" che circola in rete

A parte l'ennesima dimostrazione di bravura di tutto il gruppo, ho rivalutato Winton Kelly, il cui stile è agli antipodi rispetto a quello di Bill Evans, ma che nel contesto di quel gruppo e di quel pezzo riesce a dare all'insieme un tocco di vivacità e di brio: il suo assolo, in particolare, ha un calore quasi latino...

Bravo, il"pupo": io comincerei a sensibilizzarlo sull'altro libro di Kahn, quello su "A Love Supreme" di Coltrane, un'altra chicca...
Con l'occasione, nel rinnovare i complimenti all'autore, li estendo all'editore; il libro su KoB l'avevo trovato a Vancouver, e me l'ero preso subito, perche' mai e poi mai avrei pensato che sarebbe stato tradotto e pubblicato in Italia...
***
... e bravo anche Nick
Giusta l'evocazione dello splendido video, e giustissima la rivalutazione di Wynton Kelly, immeritatamente oscurato da un "mostro" come Evans.
 
Top
Tina
view post Posted on 2/6/2005, 19:33




Quanto può essere stimolante un forum: dopo aver letto i vostri interventi ho rispolverato il mio cd e sto ascoltando, per la terza volta consecutiva, "Kind of blue".
Bellissimo!
 
Top
view post Posted on 3/6/2005, 12:33
Avatar

founder

Group:
Eternauta fondatore
Posts:
40,610
Location:
Genova

Status:


CITAZIONE (Tina @ 2/6/2005, 20:33)
Quanto può essere stimolante un forum: dopo aver letto i vostri interventi ho rispolverato il mio cd e sto ascoltando, per la terza volta consecutiva, "Kind of blue".
Bellissimo!

Sono proprio contento, Tina, e allora beccati 'sta chicca:

user posted image
 
Top
view post Posted on 3/6/2005, 16:48
Avatar


Gutenberg

Group:
Eternauta
Posts:
9,729
Location:
Modena

Status:


il topic su KIND OF BLUE è piaciuto molto e ha fatto molti proseliti. io stessa ho recuperato il cd e in casa mia da qualche mese è un hit che trovi sempre in qualche lettore della casa.

il mio luogo preferito per ascoltare musica è la cucina, mentre mi diletto nella preparazione dei piatti. C'è una sorta di ispirazione reciproca tra quello che ascolto ee quello che cucino. E con Kind of Blue vene bene quasi tutto.
Va detto che in cucina amo improvvisare, e che difficilemente una vivanda mi riesce due volte allo stesso modo.
Potete ben capire come il jazz sia la musica che preferisco mentre cucino...
 
Top
Nick the Toll
view post Posted on 3/6/2005, 18:26




CITAZIONE (hejira @ 3/6/2005, 17:48)
... Va detto che in cucina amo improvvisare, e che difficilemente una vivanda mi riesce due volte allo stesso modo...

Quindi, alla fine del tuo pranzo tipico c'è una doppia porzione di dolce spagnolo... prima servi quello che è venuto meglio... poi servi quello che avevi fatto per primo e che volevi buttar via, ma gli ospiti ne hanno chiesto ancora...
 
Top
el aleph
view post Posted on 5/6/2005, 08:55




CITAZIONE (Nick the Toll @ 3/6/2005, 19:26)
CITAZIONE (hejira @ 3/6/2005, 17:48)
... Va detto che in cucina amo improvvisare, e che difficilemente una vivanda mi riesce due volte allo stesso modo...

Quindi, alla fine del tuo pranzo tipico c'è una doppia porzione di dolce spagnolo... prima servi quello che è venuto meglio... poi servi quello che avevi fatto per primo e che volevi buttar via, ma gli ospiti ne hanno chiesto ancora...


... in effetti, quelle sedute sono state proprio "made in heaven": pensare che per piu' di 30 anni non s'e' ascoltata la versione alternativa di "Flamenco Sketches", che da sola giustificherebbe una carriera, e forse una vita...
E quello sarebbe l'unico scarto, gli altri brani sono "venuti" al primo "run-through" completo....
Tornando al mio tormentone, quando dubito circa la natura (non l'esistenza) della genialita' di Davis, devo dire che uno degli elementi "a favore" e' rappresentato da questo brano: vorrei tanto che Plaut o Hunstein avessero fotografato la faccia (di bronzo) di Miles nel momento preciso in cui, dopo aver tirato fuori questa "Pieta' Rondanini" del jazz, ha avuto il coraggio di dire "No, ragazzi, si puo' fare meglio, voglio la "Pieta'" di San Pietro: da capo!"
 
Top
53 replies since 6/10/2004, 16:06   984 views
  Share