IERI OGGI & DOMANI

Nuova musica per vecchi ascoltatori, e "vecchia" musica per nuovi ascoltatori?

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hejira
view post Posted on 9/10/2004, 00:34




Allora, oggi ho dovuto lasciare Laurel Canyon per andare in fiera a travagliare tutto il giorno e non ho potuto (ri)aprire la discussione iniziata nella sede sbagliata, che tanto mi sta a cuore.

Il quesito è sempre lo stesso: un quarantenne o giù di lì, amante da una vita della buona musica, che cosa può ascoltare oggi che provenga da artisti GIOVANI (non con 25/35 anni di carriera alle spalle) e che mantenga livelli qualitativi elevati?

Per capire meglio il percorso che mi ha portato al quesito, sono doverose alcune considerazioni:

ho 43 anni e un percorso musicale che ritengo simile a quello di molti di noi: primi LP acquistati in autonomia a 11/12 anni, Deep Purple, progressive inglese e italiano, Ciao 2001, Popoff su Radio2 con Massarini e Massimo Villa che mi hanno iniziato alla West Coast, al Jazzrock, al primo Springsteen e poi il riappropriarsi del jazz sentito sui dischi di papà, con un lento ma inesorabile consolidamento su quel manipolo di artisti preferiti a partire dalla fine degli anni ‘70/primi ’80, con excursus, scoperte e riscoperte occasionali di musicisti per lo più datati. Voglio cioè dire che l’entusiasmo della scoperta, dell’approfondimento che avevo nell’adolescenza è andato calando, e ormai da molti anni non riesco più a gridare al miracolo di fronte a qualche cosiddetta nuova stella.

Il modo di concepire, produrre, promuovere e, soprattutto il modo di far fruire musica a noi ascoltatori è profondamente cambiato dall’avvento delle radio libere in poi, passando attraverso MTV fino agli MP3, ai Cd messi in internet prima che sul mercato. Quindi quello che oggi gira non può più essere recepito come quanto prodotto in precedenza

Noi stessi ascoltiamo musica in modo diverso, rispetto alla nostra adolescenza. Abbiamo impianti sempre più sofisticati, ma sempre meno tempo a disposizione e mille altre cose su cui concentrarci nell’arco della giornata, che ci costringono spesso ad ascolti distratti. quindi, è più facile e confortevole "cascare" sempre su quegli artisti, con cui ormai una tale familiarità da poterti permettere anhce ascolti unpo' più "rilassati"

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: dopo 30 anni e passa che ascolti musica ti rendi conto che c’è ben poco di nuovo e quando va bene ti trovi di fronte a musicisti che “filtrano le influenze del rock anni ’70 (del be-bop, del pop, del gospel, ecc…) attraverso la personale sensibilità, ecc…”, quando va male…va veramente MALE per le tue orecchie.

Ciò detto: è un problema mio, che ho ormai perso la voglia e/o la capacità critica per scovare cose buone in giro, oppure c’è una oggettiva penuria di novità interessanti?

Ditemi, per favore,cosa ascoltate di nuovo, amici forumisti: forse, se piace a voi, può darsi che piaccia anche a me.

Grazie e saluti&baci a tutti.

Hejira



 
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ravel
view post Posted on 9/10/2004, 09:16




Allora...

Il percorso "formativo" è abbastanza simile, anche se devo dire che mentre moltissimo nell'evoluzione del gusto e della persona è rimasto (quasi tutto il progressive, abbastanza del rock più genericamente inteso), qualcosa è andato sostanzialmente perduto. Non "rinnegato", sia chiaro, solo... perso per strada per non più volontà di ascoltarlo (grosso modo le espressioni più vicine all'elementarietà parametrale e strutturale del rock "originario" compresa - "a fortiori" - e radicalmente da subito l'insopportabile retorica antiretorica del punk).

Ripensavo al tuo interrogativo e facevo molta fatica a trovare qualcosa... Credo, per quel poco che ho sentito, che espressioni come Radiohead, Coldplay ecc. sarebbero abbastanza biodegradabili, ma temo le considererei comunque "musica leggera"... Mi riprometto comunque di farmene passare un po' da un amico più onnivoro (e soprattutto più giovane... )

L'unico fronte dove mi è parso di potere trovare qualcosa è quello cantautorale (che qui mi pare non "vada" molto... ). P. es., Bersani - un autore che venti-trent'anni fa ovviamente non c'era, per restare con precisione alla lettera della tua domanda - ha fatto delle cose che mi piacciono davvero molto, e che stanno a livello dei "grandi" della nostra tradizione (IMHO). Ho come l'impressione che potrei fare qualche altro nome, da "queste parti", ma ora non mi viene in mente... Semmai in futuro...
Ad ogni modo, come vedi, mica tanta roba...

Edited by ravel - 9/10/2004, 10:18
 
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minuano
view post Posted on 9/10/2004, 11:53




Solo tre cose sono riuscito ad apprezzare negli ultimi 5 anni:

- Tavernanova, gruppo barese (oggi sciolto) che ha pubblicato per la BMG un bellissimo album di musica etno-world in lingua barese : Matengue; nel suo genere lo ritengo il più bell'album dopo Creuza de ma e scusate se è poco;

- Lalli, cantautrice milanese che ha pubblicato un album "preferisco il rumore del mare" che uno lo ascolta e dice: è l'album che mi mancava

- tetes de bois gruppo romano, l'unico in Italia che a mio avviso ha qualcosa da dire. L'amore l'anarchia dedicato a leo Ferrè (e a Prevert) è un signor disco in cui fortoi sono le influenze francesi (nel disco appare Francesco Di Giacomo e Nada). E' uscito da poco un loro doppio album che conto di comprare a scatola chiusa al più presto.

Per il jazz dei vari Svensson, Mehldau, Bollani ne ho parlato nel topic su Mehldau
 
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view post Posted on 9/10/2004, 11:59


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Sicuramente è un problema di conoscenza, perchè anche se ancora compro riviste musicali (nelle quali si parla di musicisti che al 90% non conosco) manca il tempo di andare a sentire tutte le novità segnalate...poi capita che sentendo dischi proposti come "capolavori" ci si renda conto che non sono poi 'sta gran cosa e la volta successiva non ci si crede più...il download aiuta , uno si sente un brano e si fa un'idea, ma è un po' come andare a vedere i concerti gratis, se non paghi non apprezzi, non ti sforzi di capire, "in fin dei conti chissenefrega non ho cacciato un euro" (era uno dei motivi per cui ho sempre detestato i concerti alle feste dell'Unità o similia, gente che faceva caciara, andava e veniva, non glie ne fragava un tubo e disturbava, parimenti, bisogna rischiare, comprare il disco e giudicare....ultimamente ho trovato molto buono Damien Rice col suo disco "O", un po' alla Drake ma con molto più vigore, però alla distanza l'ho un po' accantonato, bisogna che lo ritiri fuori e lo ripensi....comunque un bel disco

Edited by Frankie&Johnny - 9/10/2004, 13:01
 
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view post Posted on 9/10/2004, 12:31
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CITAZIONE (Frankie&Johnny @ 9/10/2004, 12:59)
....ultimamente ho trovato molto buono Damien Rice col suo disco "O", un po' alla Drake ma con molto più vigore, però alla distanza l'ho un po' accantonato, bisogna che lo ritiri fuori e lo ripensi....comunque un bel disco

Non lo conosco, Marco, che roba fa?
 
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hejira
view post Posted on 9/10/2004, 13:52




CITAZIONE (Frankie&Johnny @ 9/10/2004, 12:59)
Sicuramente è un problema di conoscenza, perchè anche se ancora compro riviste musicali (nelle quali si parla di musicisti che al 90% non conosco) manca il tempo di andare a sentire tutte le novità segnalate...

nelle vostre risposte vedo confermate tutte le mie sensazioni...

E' anche questione di fonti: anche quando eravamo ragazzi non conoscevamo i gruppi di cui parlavano le riviste (pochissime). E la possibilità di ascoltare per radio la nostra musica era bassissima. Se poi ci avessero parlato internet e di download... avremmo chiamato la neuro.
Ma c'era il passa parola. quei pomeriggi passati a casa degli amici (in genere però era casa mia...) ad ascoltare l'ultimo dei Genesis (Zeppelin, Gentle giant, Perigeo, Neil young, Finardi...). qualcosa di precedente lo si rubava dalla discografia del fratello più grande o lo si scopriva come un tesoro perduto. Il negozio di dischi in cui ci si riforniva diventava un posto quasi fisso, una specie di bar sport in cui spesso anche i commessi erano ragazzi che ti consigliavano per il meglio.

tutto questo ovviamente non c'è più. E manca il tempo per approfondire.

quello che ti viene offerto con la fruizione più commerciale (brit pop, hip-hop, ecc.) in genere non ci prende più di tanto (ma era così anche quando eravamo ragazzi - ricordate:"commerciale" era una parolaccia!)

qualcosa di nuovo lo ascolto anch'io, più che altro jazz e dintorni: EST, Jason Moran, David Ornette Cherry. Ma confesso di non esserci ancora entrata dentro del tutto.

Per RAVEL: è ovvio che ciascuno di noi ha mediato con la propria sensibilità le scelte. Neanche a me il punk è mai piaciuto, ma neanche il cantautorato femminile di riotrno degli anni '80. E non ho gridato al miracolo nè con i Police, nè con gli U2 e Springsteen mi ha stufato. Del progressive anni '70 adoravo gli ELP, che ora non riesco proprio più ad ascoltare. Resta il fatto che oggi è dura tovare dei nuovi musicisti in cui perdersi anime e corpo.
Saluti

Hejira
 
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view post Posted on 9/10/2004, 20:22
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CITAZIONE (hejira @ 9/10/2004, 01:34)
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: dopo 30 anni e passa che ascolti musica ti rendi conto che c’è ben poco di nuovo e quando va bene ti trovi di fronte a musicisti che “filtrano le influenze del rock anni ’70 (del be-bop, del pop, del gospel, ecc…) attraverso la personale sensibilità, ecc…”, quando va male…va veramente MALE per le tue orecchie.

Ciò detto: è un problema mio, che ho ormai perso la voglia e/o la capacità critica per scovare cose buone in giro, oppure c’è una oggettiva penuria di novità interessanti?

Bene, mes amis, l’affermazione inquietante, e per certi versi condivisibile, della nostra Heijra (felice d’averti con noi, davvero) posso deviarla in corner, non senza un respiro di sollievo, ché pensare di non avere dal futuro che ricerche e riacquisizioni da passati più o meno remoti, non mi consola neanche un po’.
Dirò subito che addirittura di un genere vi voglio parlare, e non soltanto di un gruppo o di un solista. Perchè ridendo e scherzando mi accorgo di avere almeno una trentina di cd di artisti e gruppi sconosciuti che in Italia fai una fatica boia a trovare, e infatti la grande maggioranza di questi dischi viene dai passati viaggi americani o da music stores on line degli states.

Il movimento in questione, che oltreoceano è diventato già da sei o sette anni a questa parte, se mi passate il termine, una sorta di “culto di massa”, è quello del New Swing.
Non è la scoperta del secolo, e non premia neppure la parte più esistenziale dell’ascolto, che anzi è la voglia di vivere (e di danzare) a farla da padrone, ma è una rielaborazione tanto vigorosa quanto elegante delle origini della musica d’intrattenimento dei primi cinquant’anni del secolo appena finito.
Direi che le origini risalgono, per una parte, sicuramente ai grandi degli anni trenta e quaranta (e quindi Woody Hermann, Benny Goodman, gli stessi Duke Ellington e Art Tatum, per arrivare a Glenn Miller) ma sarebbe un grande errore percepirlo solo come un revival delle big band, perché l’altra componente importante dello New Swing è quanto è avvenuto nel dopoguerra nella contaminazione o addirittura nell’integrazione di queste con il Rhytm ‘n Blues e il Rock&Roll e perfino alcune componenti di musica popolare europea, soprattutto grazie alla figure del nero Louis Jordan e, per altri versi, dell’italo americano Louis Prima, mito di Broccolino e non solo per avere portato a livelli di notorietà altissima motivi di chiara origine italiana.

Bene, adesso provate a pensare a queste componenti rielaborate ed arricchite, con notevole capacità musicale, da questi gruppi:
Big Bad Voodoo Daddy (il consiglio a tutti è di non perdere l’ultima incisione dal vivo del mese scorso), sette elementi (ritmica, piano, chitarra, fiati) arricchita da eccellenti strumentisti per le incisioni dal vivo
Swing Session (Disco omonimo)
Royal Crown Revue (“The Contender”)
Lavay Smith & her Red Hot Skillet Lickers (“Everybody’s talking about Miss Thing”)
Cherry Poppin’Daddies (“Zoot Suit Riot”)
Ingrid Lucia & Flying Neutrinos (“"Hotel Child")
Brian Setzer Orchestra (si’, proprio lui, l’ex leader degli Stray Cats, “Jump, Jive and Wail”)

Potrei continuare per altri venti minuti buoni, mi fermo qui per amor di forum, non senza avere citato la straordinaria contaminazione rappresentata da Squirrel Nut Zipper (“Perennial Favorites”), che a tutte le componenti citate riescono ad attaccare credibilmente, influenze popolari dell’europa orientale, tali sa avere la sensazione, passando da un brano all’altro, di saltare dalle atmosfere del Savoy Ballroom alla festa di matrimonio gitana, al circo ungherese.

Confesso la passionaccia: vita a gogo, mi viene da dire, ma non pensate, salendo su questo treno di gaudenti, crooners e romanticoni, che si siano dimenticati la classe al deposito bagagli.
 
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Nick the Toll
view post Posted on 9/10/2004, 21:53




CITAZIONE (hejira @ 9/10/2004, 14:52)
nelle vostre risposte vedo confermate tutte le mie sensazioni...

E' anche questione di fonti: anche quando eravamo ragazzi non conoscevamo i gruppi di cui parlavano le riviste (pochissime). E la possibilità di ascoltare per radio la nostra musica era bassissima. Se poi ci avessero parlato internet e di download... avremmo chiamato la neuro.
Ma c'era il passa parola. quei pomeriggi passati a casa degli amici (in genere però era casa mia...) ad ascoltare l'ultimo dei Genesis (Zeppelin, Gentle giant, Perigeo, Neil young, Finardi...). qualcosa di precedente lo si rubava dalla discografia del fratello più grande o lo si scopriva come un tesoro perduto. Il negozio di dischi in cui ci si riforniva diventava un posto quasi fisso, una specie di bar sport in cui spesso anche i commessi erano ragazzi che ti consigliavano per il meglio.

tutto questo ovviamente non c'è più. E manca il tempo per approfondire.

quello che ti viene offerto con la fruizione più commerciale (brit pop, hip-hop, ecc.) in genere non ci prende più di tanto (ma era così anche quando eravamo ragazzi - ricordate:"commerciale" era una parolaccia!)...

Hejira, provo a rispondere in modo da mettere in dubbio le tue sensazioni...

Per la verità, mi ritrovo in quello che racconti sugli anni trascorsi. Quei pomeriggi ad ascoltare nuovi dischi in religioso silenzio, me li ricordo bene anch'io. Potrei raccontarti che il mio primo ascolto di "Selling England by the pound" è avvenuto in una macchina, all'uscita di scuola (avevo 15 anni), in quattro con l'orecchio teso all'autoradio e nessuna voglia di tornare a casa per pranzo. Sono cose che abbiamo fatto tutti.

Ti seguo anche quando dici che quanto ci viene offerto oggi non è di grande qualità. Ahimè, spesso è vero. Ma ho l'impressione che tu abbia deciso di fermarti lì. Secondo me, non possiamo aspettarci che sia MTV, o chissà quale altro canale in mano alle major, a proporci qualcosa di nuovo. Proviamo a cercare in rete. Andiamo nelle comunità virtuali "indie" (che sarebbero poi le etichette indipendenti) e accostiamoci a quello che c'è in giro senza preclusioni. Soprattutto, non fermiamoci a quello che riecheggia la musica che ascoltavamo da ragazzi, perché se no è tutto inutile. Io adoro gli Avion Travel e Caetano Veloso, ma non è di loro che voglio parlare. In questo post mi interessano i gruppi che ascoltano i ragazzi di oggi. C'è molto di buono, credimi.

Qualche nome? OK. Radiohead sopra tutti. Non venitemi a dire che "sono commerciali" o che "scopiazzano X o Y" (qualche grande nome del passato, tutte le volte diverso). Non è così. Sono sofisticati, originali e hanno "groove". In più non se la tirano, il che è sempre una gran bella cosa. A me piacciono anche gli Interpol, e ogni tanto mi capita di ascoltare anche qualcos'altro che mi incuriosisce, e che magari non riesco a catturare perché, hai ragione tu, "manca il tempo per approfondire".

E in Italia? Ultimamente mi sono piaciuti due dischi relativamente recenti: "Armstrong" degli Scisma e "Piccoli fragilissimi film" di Paolo Benvegnù (che degli Scisma era il cantante). Sono cose nuove, e non sono male. Non so se questi due dischi sono mai passati su MTV. Come li ho conosciuti? Con il passa parola, come succedeva trent'anni fa...
 
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view post Posted on 10/10/2004, 11:34
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Vero che in alcuni passaggi ricordano gli Zep, vero che proprio il confronto con quest'ultimi ha spinto il piccolo chitarrista di questa casa (14 anni) a provare e riprovare Starway, ma secondo me i RedHotChiliPeppers fanno ottima muscia. Soprattutto Californication è un gran bel disco, ricco di musicalità e rabbia rockettara.

Trovo che i REM siano bravissimi, con un ampio raggio di sperimentazione, anche se non possono essere definiti "gruppo recente".

Altre "cose" che sento tramite i ragazzi, mi sembrano più (troppo) vicine ad un pop di facile consumo(tipo GreenDay o i tanto esaltati Coldplay).

Sul fronte italico, ho già fatto cenno ai Ratti della Sabina,ai Modena City Ramblers, alla Bandabardò, soprattutto i primi mi sembra che abbiano qualcosa di più dal punto di vista della profondità dei testi. Non mi dispiacciono i SudSound System, trovo bellissimi alcuni brani della 99Posse; non male - a volte un po' noioso - Vinicio Capossela.

Per cercare di mantenere l'orecchio aperto sulla musica di qualità, l'unica strada che trovo è quella di ascoltare RadioRock (anche via internet). Passa tanta roba, non tutta proprio da ascoltare, ma se qualcosa si muove nel mondo della musica in breve tempo approda da quelle parti.
 
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hejira
view post Posted on 11/10/2004, 10:02




CITAZIONE (Nick the Toll @ 9/10/2004, 22:53)
Ma ho l'impressione che tu abbia deciso di fermarti lì. Secondo me, non possiamo aspettarci che sia MTV, o chissà quale altro canale in mano alle major, a proporci qualcosa di nuovo. Proviamo a cercare in rete. Andiamo nelle comunità virtuali "indie" (che sarebbero poi le etichette indipendenti) e accostiamoci a quello che c'è in giro senza preclusioni. Soprattutto, non fermiamoci a quello che riecheggia la musica che ascoltavamo da ragazzi, perché se no è tutto inutile.

Quello che forse non sono riuscita a trasmettere con il mio post è proprio questo: io SONO CERTA di essermi fermata nella ricerca di nuova musica. O meglio, nel jazz ho continuato ad andare avanti, ma negli altri generi no.

E questa è una cosa di me stessa che mi dà molto fastidio. Se c'è una cosa che mi ha sempre contraddistinto è la costante ricerca di nuova musica, con un discreto "naso da trifola" e negli ultimi anni ho smesso di cercare, di andare avanti. Ma ti assicuro che non ho mai cercato echi dei vecchi amori passati nella nuova musica che via via ho ascoltato. anzi, ho sempre letto come una mancanza di originalità il rifarsi troppo al passato. Devo piuttosto dire che dagli anni '90 non riesco più a trovare cose che mi entusuasmino, ma questo è un altro discorso.

il quesito non voleva tanto mettere l'accento sull'ovvio (è cambiata la musica e siamo cambiati noi), ma esprimere il mio disagio nel non riuscire a trovare quasi più nulla di buono e nel chiedere auito e consiglio a chi ha più o meno la mia età e le setsse esperienze musicali.

Quindi, un ringraziamento a tutti voi, perchè lo scambio di idee è sempre salutare.

ciao

Hejira
 
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view post Posted on 11/10/2004, 10:18


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CITAZIONE (Michi2004 @ 9/10/2004, 13:31)
CITAZIONE (Frankie&Johnny @ 9/10/2004, 12:59)
....ultimamente ho trovato molto buono Damien Rice col suo disco "O", un po' alla Drake ma con molto più vigore, però alla distanza l'ho un po' accantonato, bisogna che lo ritiri fuori e lo ripensi....comunque un bel disco

Non lo conosco, Marco, che roba fa?

Damien Rice è un cantautore irlandese che è stato un po' il caso discografico dello scorso anno, ha prodotto un album intitolato "O", non si sa se sia la lettera o il numero, in maniera assolutamente autonoma, registrato in parte addirittura in casa sua (in alcuni brani si sentono, molto lontane delle voci della stanza accanto) con piccoli tocchi in studio, lo ha distribuito in maniera assolutamente privata e grazie al passaparola è diventato una specie dei best seller e anche quando è stato distribuito all over the world, Rice ha preteso che niente fosse cambiato dalla confezione in cartone stile vecchi album alla registrazione tutta,è stato accostato a Nick Drake per la tristezza cosmica che traspare dalla sua musica e dai suoi testi, vocalmente più vigoroso, più vicino ad un Jeff Buckley, è capace di aperture melodiche sublimi e di soluzioni sonore semplicissime ma spesso originali e affascinanti (Eskimo il finale travolgente affidato ad una voce lirica femminile (un soprano per capirsi) strumentazione assolutamente acustica, chitarre, violoncello, viola, contrabbasso, clarinetto e percussioni, forse a volte eccede nella malinconia ma comunque è un (per ora!) eccellente artista
 
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view post Posted on 11/10/2004, 10:24
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CITAZIONE (Frankie&Johnny @ 11/10/2004, 11:18)
CITAZIONE (Michi2004 @ 9/10/2004, 13:31)
CITAZIONE (Frankie&Johnny @ 9/10/2004, 12:59)
....ultimamente ho trovato molto buono Damien Rice col suo disco "O", un po' alla Drake ma con molto più vigore, però alla distanza l'ho un po' accantonato, bisogna che lo ritiri fuori e lo ripensi....comunque un bel disco

Non lo conosco, Marco, che roba fa?

Damien Rice è un cantautore irlandese che è stato un po' il caso discografico dello scorso anno, ha prodotto un album intitolato "O", non si sa se sia la lettera o il numero, in maniera assolutamente autonoma, registrato in parte addirittura in casa sua (in alcuni brani si sentono, molto lontane delle voci della stanza accanto) con piccoli tocchi in studio, lo ha distribuito in maniera assolutamente privata e grazie al passaparola è diventato una specie dei best seller e anche quando è stato distribuito all over the world, Rice ha preteso che niente fosse cambiato dalla confezione in cartone stile vecchi album alla registrazione tutta,è stato accostato a Nick Drake per la tristezza cosmica che traspare dalla sua musica e dai suoi testi, vocalmente più vigoroso, più vicino ad un Jeff Buckley, è capace di aperture melodiche sublimi e di soluzioni sonore semplicissime ma spesso originali e affascinanti (Eskimo il finale travolgente affidato ad una voce lirica femminile (un soprano per capirsi) strumentazione assolutamente acustica, chitarre, violoncello, viola, contrabbasso, clarinetto e percussioni, forse a volte eccede nella malinconia ma comunque è un (per ora!) eccellente artista

Marco, che dirti, presentazione di rara chiarezza e passione: non è che hai a portata di mano un brano o due in MP3 da mandarmi per un primo ascolto?
 
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view post Posted on 11/10/2004, 10:29
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Michi, occhio, che puoi scrivere in questo topic ancora per soli 13 giorni..... poi dovremo aprirne uno apposito "che musica ascoltano i....."
 
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view post Posted on 11/10/2004, 10:34
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CITAZIONE (condor57 @ 11/10/2004, 11:29)
Michi, occhio, che puoi scrivere in questo topic ancora per soli 13 giorni..... poi dovremo aprirne uno apposito "che musica ascoltano i....."

Kollettivo Mozzarella pentito e rompipalle, orgogliosamente (quasi) fifty ti dico:

ASSALA FANGALA!
 
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minuano
view post Posted on 11/10/2004, 11:24




Con tutta franchezza i vari REM Coldplay Red Hot Chili peppers per quel poco che conosco di loro, ritengo facciano prodotti ben confezionati ma per quanto mi riguarda privi di emozione.

Questo concetto lo ha espresso sabato scorso Gabriele Ferraris su Tuttolibri de La Stampa concludendo con un rassegnato "anche per oggi non si vola" riferendosi all'ultimo dei REM.
Condivido in pieno.

E allora qual'è il futuro della musica?

Il mio discaio (venditore di dischi) di fiducia mercoledi scorso mi ha detto : "il futuro della musica è al piano di sopra" ; al piano di sopra del suo negozio c'è tutta una sezione dedicata alla musica classica curata dal di lui competente padre.

Personalmente mi sto avvicinando alla musica classica con cautela da qualche mese e devo dire che il sig. venditore di dischi ha ragione; e infatti dopo aver ascoltato qualcosa qua e la qualcosa di rock-pop-jazz (tra cui l'osannato Nicola Conte ) mi son portato a casa le suites francesi di Bach eseguite da Glenn Gould.

Edited by minuano - 11/10/2004, 12:25
 
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82 replies since 9/10/2004, 00:34   798 views
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